Commissari poco vigili e cellulari non ritirati: queste sono alcune delle irregolarità al test di Medicina generale segnalate dai candidati

Diverse irregolarità al test di Medicina generale sono state denunciate dai candidati che lo hanno svolto il 25 ottobre scorso all’hotel Ergife di Roma.
Banchi poco distanziati, nessun ritiro dei cellulari e commissari poco vigili: queste sono le principali irregolarità al test di Medicina generale segnalate dai giovani medici presenti.
Al test hanno partecipato 1482 persone per 70 posti da medico di famiglia per la regione Lazio.

Il test, statale, ha visto anche l’intervento dei carabinieri, con tanto di verbale.

Il motivo? Le veementi proteste dei candidati sulla mancata sorveglianza da parte dei commissari.
Il mancato ritiro dei cellulari, in particolare, ha suscitato grande disappunto.
C’è chi ha partecipato al test anche lo scorso anno, e dichiara: “allora ci avevano fatto mettere tutti i telefonini in una busta sigillata e riposta in un tavolo distante dai nostri banchi”.
Cosa che non è avvenuta, mentre invece sono state segnalate molte cose poco chiare.
“Abbiamo fatto presente più volte alla commissione – dichiara uno delle candidate ad Adnkronos – che in aula c’erano persone che usavano il telefono e che si suggerivano, ma ci hanno risposto che se non ci stava bene, potevamo anche andarcene e non fare il test”.
Le Forze dell’ordine sono state chiamate da una ragazza alla fine dei test per protestare contro le irregolarità al test di medicina generale, confermate da molti altri candidati,

Il regolamento, inoltre, proibisce di andare in bagno durante il test e, invece, molti partecipanti hanno testimoniato che nella propria aula è stato concesso.

E senza che nessuno presentasse alcun certificato medico come previsto.
Un’altra grave anomalia segnalata, riguarda l’orario di arrivo. Sul bando era infatti specificato che bisognava presentarsi al concorso per le 7. Ciò nonostante, è stato segnalato il caso di un candidato giunto alle 10, al quale è stato permesso di sedersi e iniziare il test.
E non è finita qui.
“L’aula non era adeguata al concorso – segnala un’altra partecipante – era stretta e lunga con delle colonne che consentivano di coprire, dalla visuale della commissione, chi si sedeva dietro i pilastri”.
Insomma, ognuno si sedeva dove voleva. Una anomalia, dato che in altre regioni il posto è stato estratto a sorte.
Così come l’assenza di controlli da parte dei commissari, che non giravano tra i banchi. In ogni aula c’erano circa 200 candidati, con 5 membri della commissione.
Senza contare le segnalazioni di candidati che hanno corretto le risposte del test, altra azione severamente vietata.
In questi casi, infatti, si prevede l’annullamento del compito. Ma così non è stato.
 
 
 
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