La struttura palermitana si conferma la quinta in Italia per numero di trapianti effettuati, in particolar modo per quelli di fegato. Un’eccellenza che significa molto per i cittadini, non solo siciliani. Almeno il 6% dei pazienti, infatti, proviene da fuori regione

Sono stati 192 i trapianti realizzati nel 2017 all’ Ismett di Palermo, un numero che lo piazza ai primi posti in Italia per gli interventi di trapianto di tutti gli organi solidi (fegato, rene, cuore e polmone).

La struttura siciliana si riconferma così una delle eccellenze della Sicilia e del Meridione.

I dati diffusi dal centro palermitano provengono dal report annuale del Centro Nazionale Trapianti (CNT).

Ma a spiegare cosa significhino per la Sicilia quei quasi 200 trapianti è stato proprio il direttore Angelo Luca.

“Fino agli anni ‘90 – spiega il diretto dell’ Ismett di Palermo – i pazienti siciliani che avevano bisogno di un trapianto di fegato, per essere curati, erano costretti a emigrare in Italia o all’estero, con enormi costi economici e disagi sociali”.

Ora, invece, ecco l’inversione di tendenza.

Ed è proprio il trapianto di fegato una delle principali attività dell’ Ismett di Palermo.

Soltanto lo scorso anno ne sono stati eseguiti 82. Meglio dell’istituto siculo hanno fatto solo le Molinette di Torino, seguito dall’A.O.U di Pisa, il Niguarda di Milano e l’azienda ospedaliera di Padova.

Ismett, inoltre, si piazza al quarto posto per l’utilizzo della tecnica di split liver.

Si tratta della metodica che consente la divisione del fegato in due parti permettendo in questo modo di effettuare due trapianti: uno a favore di un adulto e uno di un bambino.

E, sempre a proposito di bambini, in Ismett vengono eseguiti trapianti di fegato e rene nei bambini anche da donatore vivente.

Un dato importante, tanto che secondo i dati del Centro nazionale trapianti, Ismett è il secondo centro in Italia per numero di trapianti di fegato ed il terzo per trapianti di rene nei bambini.

“Ismett è il primo ospedale italiano interamente dedicato ai trapianti di tutti gli organi solidi”, dice ancora Luca.

“Nato grazie ad un partenariato pubblico privato internazionale tra il governo regionale e il centro medico di Pittsburgh (UPMC), ha ottenuto nel 2014 il riconoscimento di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) per la Cura e Ricerca delle insufficienze terminali d’organo da parte del Ministero della Salute”.

Il centro, inoltre, oltre a essere divenuto il punto di riferimento per la Sicilia comincia ad attrarre pazienti anche da fuori regione o da altri Paesi: lo scorso anno sono stati il 6% i trapiantati non siciliani.

 

 

 

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