A partire da oggi e per altre 4 settimane il nostro esperto ci parlerà delle patologie della spalla con diversi approfondimenti su questo tema

Pubblicare in successione articoli riguardanti le maggiori affezioni o disturbi, articolazione per articolazione, mi sembra un grosso regalo e la spalla è il punto di partenza.

Al termine di questo anno, quindi, con il sostegno del nostro giornale, Responsabile Civile, pubblicheremo una pratica raccolta che potrai scaricare e conservare direttamente sul tuo pc. Visionarla ogni volta che vuoi e cercare le risposte alle tue domande anche se off-line!

Or dunque iniziamo con l’instabilità di spalla.

Il dolore acuto alla spalla che si intensifica quando cerchi di muoverla è forse la caratteristica che distingue questo tipo di affezione. Tale dolore è dato da una lussazione temporanea e momentanea dell’articolazione. Evento dopo evento si crea un binario che favorisce la sub-lussazione e quindi la sintomatologia.

È quindi fondamentale una esatta diagnosi in tempi più brevi possibili.

La sintomatologia principale è quindi il dolore acuto, molto forte, al punto da non riuscire a muovere l’arto colpito. A volte nelle condizioni più lievi si ha possibilità di movimento, ma se il tuo atteggiamento è contraddistinto dal tenere la spalla con l’altra mano, allora all’80% si tratta di instabilità.

Tra le cause maggiori la predisposizione genetica determinata da una marcata iperlassità articolare, in seconda battuta i grandi traumi sportivi e non, ed infine i microtraumi ripetuti.

Il trattamento è fondamentalmente riabilitativo e finalizzato in primo luogo al controllo del dolore specialmente con l’utilizzo della terapia fisica come la Tecar, il Laser ed i sistemi per elettroporazione di ozono. Una volta controllata la sintomatologia si procede con sedute di ginnastica specifica. In questo caso sfortunatamente non posso consigliarti esercizi poiché per ognuno di noi ne esistono di differenti, soprattutto quando si deve combattere una instabilità. Però una indicazione molto importante voglio dartela ugualmente: rivolgiti ad un ottimo fisioterapista ricordando che, gli esercizi proposti non devono farti sentire dolore, le mani dell’operatore sono sempre a contatto con la tua pelle e guidano i movimenti che dovrai eseguire, il fisioterapista deve essere sempre al tuo fianco per correggerti continuamente al fine di perfezionare la motricità della tua articolazione. Si lavora molto sul braccio ma anche molto sulla scapola.

Infine ricorda che anche la migliore fisioterapia non ricostituisce la classica lesione articolare (ossea e cartilaginea) che caratterizza questa patologia, quindi nei casi più gravi si deve necessariamente eseguire un intervento chirurgico per ristabilire il migliore stato di benessere.

Dr Paolo Scannavini

pscannavini@gmail.com

Fisioterapista e Kinesiologo

 

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