Sul dibattito sollevato da Anaao Giovani sulla laurea abilitante interviene anche il responsabile sanità del PD, definendola una priorità insieme all’aumento delle borse di studio.

Solo ieri Anaao Giovani aveva sollevato la questione relativa alla laurea abilitante, proposta che accorcerebbe i tempi per i giovani medici italiani.

Sul tema è intervenuto anche Federico Gelli, responsabile sanità del PD, definendolo una priorità.

Il sistema attuale prevede che, al conseguimento della laurea, i giovani medici debbano effettuare un tirocinio formativo della durata di tre mesi.

In seguito a tale periodo, è necessario sostenere e superare un esame per poi poter richiedere l’iscrizione all’ordine di categoria. Accanto a ciò, Gelli ricorda anche un altro aspetto.

“Quest’esame di stato si svolge, però, solamente due volte l’anno – afferma Gelli – il che determina un ritardo nell’iscrizione all’Ordine che può arrivare fino a quasi un anno. L’esame di laurea abilitante ridurrebbe senza dubbio questi ‘tempi morti’”.

Quindi, secondo Gelli, la laurea abilitante potrebbe essere una soluzione a tale problema.

“Un intervento in questo senso – sostiene il responsabile sanità PD – è quantomai necessario per ridurre i tempi di un percorso già ritenuto lungo e impegnativo rispetto al resto d’Europa, dove i giovani laureati entrano nel mondo lavorativo prima rispetto ai colleghi italiani”.

Ma non è l’unica proposta di Gelli.

Secondo l’esponente Pd “tutto questo potrà accompagnarsi con un più articolato disegno di revisione delle scuole di specializzazione che dovrà vedere un coinvolgimento diretto da parte delle Regioni, oltre che delle Università e della Fnomceo”.

Sul tema della formazione, inoltre, Gelli sottolinea l’impegno legato all’aumento dei contratti di formazione.

“Per aggirare le possibilità difficoltà economiche legate a questa manovra – conclude – si può tornare a valutare quel modello proposto nei mesi scorsi dall’Enpam per finanziare le borse del corso in medicina generale e di specializzazione concedendo prestiti d’onore agli studenti, da restituire nei successivi 20 anni”.

 

 

 

 

 

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