La denuncia di Aiga sulla vicenda occorsa a una legale, che mette a rischio la possibilità del legittimo impedimento per mamme avvocato

Potrebbe essere a rischio il legittimo impedimento per mamme avvocato. La denuncia arriva da Aiga, l’associazione dei giovani avvocati, dopo una vicenda avvenuta nei giorni scorsi a Livorno.

Ecco i fatti esposti da Aiga in un comunicato.

Il 10 gennaio scorso, al Tribunale Penale di Livorno “un’avvocata in stato di gravidanza considerata a rischio aborto già dal terzo mese, avrebbe dovuto partecipare ad un’udienza davanti la Corte in composizione collegiale”.

Ebbene, proprio per via del suo stato di salute, la legale ha presentato istanza per il rinvio dell’udienza. Infatti, non avrebbe potuto essere sostituita, “prevedendo la stessa l’escussione di testi importanti”.

Dunque, chiedeva si applicasse il legittimo impedimento per mamme avvocato. L’istanza, “corredata di certificato medico contenente una prognosi di trenta giorni nonché il divieto assoluto di affrontare lunghi viaggi ed evitare ogni forma di stress”, veniva tuttavia respinta dal tribunale.

La richiesta è stata ritenuta inammissibile. Ciò “poiché sarebbe stato indicato solo genericamente il rischio corso e le precauzioni da prendere per non mettere a rischio la salute dell’avvocata e quella del feto”.

Un fatto, secondo Aiga, molto grave.

Non solo. Per i giudici di Livorno, l’avvocata avrebbe potuto farsi sostituire all’udienza, avendolo già fatto in quella precedente.

Ciò ignorando che se quest’ultima era stato di mero smistamento, nell’udienza per la quale era stata fatta richiesta di rinvio si sarebbe svolta attività istruttoria.

L’episodio, “di una sconcertante gravità – scrive l’Avv. Giovanna Suriano, tesoriera Aiga – induce a ribadire la necessità che nelle aule di giustizia si dia piena attuazione al diritto ad essere madri”.

Un diritto “che giammai deve costituire un limite o motivo di rinuncia all’esercizio della professione forense”.

Anche perché, secondo Suriano, “negare ad un’avvocata di poter invocare lo stato di gravidanza per giunta a rischio aborto, con evidente lesione del diritto alla salute, quale legittimo impedimento alla partecipazione di un’udienza, equivale a rendere la professione forense incompatibile con il ruolo di madre”.

Per Suriano, però, farlo significa anche “una lesione del diritto alla difesa tecnica dell’assistito e comunque dei diritti del cittadino che vede imporsi dal giudice la difesa da parte di un avvocato diverso da quello da lui stesso scelto”.

L’auspicio, all’indomani dell’approvazione delle norme sul legittimo impedimento per le mamme avvocato, è che tali episodi non si petano.

L’Aiga ha poi sottolineato ” la necessità di garantire la piena compatibilità fra l’esercizio della professione forense e il diritto alla genitorialità, nonché alla tutela della salute della madre e del nascituro, in piena attuazione di inviolabili garanzie costituzionali”.

 

 

 

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