Sulle morti da parto «Responsabile Civile» ha raggiunto il dr. Mauro Paccosi, Ginecologo dell’Ospedale S. Spirito di Roma.

Sono molte le cause di morte da parto. La prima è l’emorragia irrefrenabile, che può essere provocata anche da atonia uterina, la mancata contrazione delle pareti uterine e dei capillari sanguigni che non costringendosi, perdono copiosamente sangue. L’asportazione dell’utero in questo caso risulta inevitabile.

Esiste poi la gestosi, una malattia che esiste solo in gravidanza. Produce un aumento della pressione arteriosa e delle proteine nelle urine della madre (come risultato di problemi renali). Nelle ultime settimane può condurre a forme convulsive. È una malattia che si complica con altre patologie quali l’edema polmonare o l’arresto cardiaco. Quando la gestosi provoca crisi epilettiche, la condizione è nota come eclampsia, la seconda causa di morte materna negli Usa.

Non esiste forma di prevenzione per la gestosi, le donne che ne presentano i segni sono strettamente monitorate e l’unico modo per risolvere la eclampsia è quello di far nascere il bambino. La gestosi tuttavia è legata a fattori quali il diabete, l’ipertensione, l’obesità, malattie renali. Fra le altre cause di morte – continua Paccosi – vi è la sepsi, durante o dopo il parto.

Basta un’infezione per aggravare il quadro clinico. Vi sono motivi diversi e cause altrettanto diverse. Non è il caso di creare allarmismo circa la nascita dei bambini e la relativa pericolosità. L’Italia oltretutto, conta una tasso di mortalità da parto tra le più basse al mondo. Se si verificano questi casi è giusto indagare se vi sono state mancanze in qualche cosa ma ci tengo a ribadire che non esiste la tragedia inevitabile. Ridurre al minimo il rischio – come del resto da qualsiasi evento – ma non esiste il rischio zero. Come già ho detto i numeri dei decessi legati al parto in Italia sono tra i più bassi al mondo.

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