Riceviamo e pubblichiamo la lettera con cui le Associazioni rappresentative dei medici fiscali (ANMEFI, CGIL FP, SMI, SINMEVICO) chiedono un incontro urgente al Commissario Inps Pasquale Tridico

Con la Presente le scriventi OOSS chiedono un incontro urgente con Lei, in qualità di nuovo Commissario INPS, in considerazione delle Sue recenti dichiarazioni apparse sugli organi di stampa; dichiarazioni in cui, nell’intento affermato di una risoluzione riguardo le problematiche interne all’Istituto, vi è un riferimento alla categoria dei medici fiscali.
Riteniamo infatti, con una certa perplessità, che in tale riferimento la funzione dei medici di categoria venga percepita come un “onere” di cui l’Ente sia “costretto” ad avvalersi, facendo passare in secondo piano l’inequivocabile valore che va riconosciuto alla funzione medesima, la quale va considerata come una risorsa, per l’INPS e per lo Stato. Risorsa che garantisce, tra l’altro, un notevole risparmio sulla spesa per l’indennità di malattia, come da resoconti annuali dell’Istituto.
Dopo ripetuti tentativi emendativi di cancellare i diritti acquisiti dai medici fiscali fin dal lontano 1983, si riscontra ancora una certa confusione dei ruoli professionali in ambito INPS, con un ridimensionamento del necessario e acclarato profilo di terzietà del medico di controllo a tutela dell’assicurato e di tutte le parti coinvolte.
La medicina fiscale non è aggredibile per risolvere le carenze di medici dipendenti dell’Inps, le cui problematiche con quelle dei medici esterni, devono essere trattate separatamente nel rispetto delle funzioni e delle risorse ad essi destinate. Le selezioni concorsuali finora proposte, per tutte le funzioni, sono illegittime, in ragione del percorso normativo dedicato ai medici della Lista ad esaurimento con fondi già stanziati per la loro stabilizzazione.
In aggiunta, si ricorda che, per effetto dellaspending review, nonostante la diligenza e l’abnegazione dei medici di categoria, il servizio da loro garantito è stato già pesantemente mortificato dal 2013 ad oggi, con una riduzione considerevole delle risorse economiche destinate al controllo dei dipendenti privati in malattia, e con prevedibili quanto inique ripercussioni a medio e a lungo termine sul sistema. È appena il caso di evidenziare che il Bilancio Preventivo dell’Ente per il 2019 prevede uno stanziamento di 18,3 milioni di euro da parte dell’INPS per le visite fiscali d’ufficio ai dipendenti privati, ed un trasferimento all’INPS medesima, da parte dello Stato, di 50 milioni di euro per le prestazioni ai dipendenti pubblici del Polo Unico della Medicina Fiscale, per un totale di 68,3 milioni di euro. I fondi destinati, invece, ai premi INPS per l’anno 2016, considerando solo alcune figure professionali, ammontano a 64,5 milioni di euro, con un premio medio pro capite di 71.463,77 euro per i dirigenti II fascia, di 26.164,32 euro per i professionisti e di 39.879,40 euro per i medici dipendenti (dati ricavati dal Sito ufficiale dell’INPS – Amministrazione trasparente).
Citiamo, a fondo pagina, le fonti legislative principali e relativi decreti ministeriali (tralasciando circolari e altre disposizioni amministrative) che hanno novellato nel tempo la disciplina dell’attività dei medici di controllo. Le restrizioni applicate alla categoria, declinate in rigide incompatibilità lavorative a fronte di una piena disponibilità a favore dell’Istituto, hanno reso tale attività, per la gran parte dei medici incaricati, l’unica fonte di guadagno, per non pochi anche l’unico mezzo di sostentamento familiare. Inoltre, i professionisti iscritti nella speciale Lista ad esaurimento, prioritari per questo servizio, hanno attualmente una età media che non consentirebbe di ripiegare su altre fonti di reddito, qualora non fossero confermati nella disciplina vigente. Ciò anche considerando che ci troviamo tuttora in attesa, dopo diversi anni, del completamento dell’iter normativo di riferimento, il quale dovrebbe concretizzarsi in una Convenzione da stipularsi tra INPS e organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative della categoria, a seguito dell’emanazione del relativo atto di indirizzo, come previsto dal D.Lgs. 75 del 25.05.2017.
Concludiamo, confidando che la richiesta di convocazione sia accolta per un ascolto più dettagliato della condizione dei medici fiscali e delle loro aspettative, già prese in considerazione dal Legislatore e convertite in legge.
In attesa di Vostri riscontri , si porgono distinti saluti.

Dr. Claudio Palombi per ANMEFI

Dr. Attilio Ore per CGIL FP

Dr.ssa Piera Mattioli per SMI – settore medici fiscali

Dr. Cesidio Di Luzi per SINMEVICO

 
Fonti legislative e ministeriali
Art.5, commi 12 e 13, del Decreto Legge 12 settembre 1983, n. 463, convertito con modificazioni dalla Legge 11 novembre 1983, n. 638.
Decreti Ministeriali 15 luglio 1986, 19 marzo 1992, 15 dicembre 1993, 18 aprile 1996, 12 ottobre 2000, 28 maggio 2001, 8 maggio 2008.
Art.4, comma 10bis, del Decreto Legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla Legge 30 ottobre 2013, n. 125 (Blocca-liste).
Art.1, comma 340, della Legge 27 dicembre 2013, n. 147 (Priorità).
Art17, comma 1, lettera l), della Legge 7 agosto 2015. n.124 (Legge Delega).
Art.18, comma 1, lettera c) e art. 22, comma 2 e 3, lettera a), del Decreto Legislativo 25 maggio 2017, n.75, recante modifiche ed integrazioni al Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n.165.
Decreto Ministeriale del 2 agosto 2017.
 
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