Nel Piano delle performance 2018-2020 previste forme integrative di salario ai medici Inps per tagliare le prestazioni dell’Istituto. Anelli (FNOMCeO): aberrazione per la professione medica

“Quanto più si revocano le prestazioni di invalidità civile e quanto più vengono annullate le prestazioni dirette per malattia che l’ente fornisce, tanto più guadagneranno i medici a fine anno”. Questo, secondo Vittorio Agnoletto, sembra essere in sintesi il messaggio inviato ai medici Inps dall’Istituto nazionale di previdenza sociale.

La denuncia arriva da un post del medico sul suo blog ospitato da ilfattoquotidiano.it. L’Istituto, con la determinazione presidenziale n. 24/2018, denominata Piano della performance 2018-2020, individua per i dipendenti Inps gli obiettivi da raggiungere per accedere ad alcune forme integrative/aggiuntive di salario.

Nell’allegato tecnico al provvedimento, evidenzia Agnoletto, sono indicati gli obiettivi per il cui raggiungimento professionisti legali e medici svolgono un ruolo decisivo. Tra questi rientrano le prestazioni dirette per malattia negate e  le prestazioni di invalidità civile revocate. Anche attraverso tali misure l’Istituto mirerebbe a ridurre le prestazioni, nel 2018, di oltre 80 milioni di euro.

Questi obiettivi sono stati contestati a settembre dall’Anmi (Associazione nazionale medici Inps), che li ha ritenuti incompatibili con le norme deontologiche.

“È palese che il cittadino sottoposto a visita – si sottolinea sul blog di Agnoletto – potrà avere sempre il dubbio che la sua condizione non sia valutata oggettivamente”. Il tutto con un conseguente forte calo di fiducia verso l’amministrazione pubblica.

Sulla vicenda, sempre attraverso le pagine del Fatto Quotidiano, è intervenuto anche il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli. “Non siamo i medici dello Stato ma del cittadino – afferma Anelli -. Questo incentivo, se confermato, è un’aberrazione per la professione medica e segna il tradimento di principi costituzionali. Chiunque debba valutare, sappia che siamo contrari”.

“Come Federazione – prosegue il vertice FNOMCeO – ci siamo sempre posti e ci poniamo come problema il fatto che gli strumenti di carattere manageriale-economicistici molto spesso confliggono con la professione, cioè non sempre rispondono a bisogni e obiettivi convergenti. E questo riguarda tanti aspetti, ma per i medici prima vengono gli obiettivi di salute, poi quelli economici”.

 

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