Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Fabrizio Salemi (Settore Formazione e Prospettive del Sindacato Medici Italiani) sulla necessità di una riforma della medicina generale

L’esercizio della Medicina Generale a tempo indeterminato è consentito, ad oggi, ai possessori del Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale (CFSMG) e ai medici “equipollenti”, vale a dire medici laureati ante 31 dicembre 1994. Per l’acquisizione del CFSMG è necessario, per tutti i medici iscritti al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dopo il 1991, il superamento di un concorso e l’espletamento del corso di formazione della durata di 3 anni.

Il CSFMG soggetto ad iniquo trattamento economico rispetto alla formazione specialistica post-lauream e gravata da incompatibilità lavorative, ad eccezione degli incarichi provvisori di sostituzione di medicina generale e continuità assistenziale. La legge 401 del 29 dicembre 2000 ha permesso, mediante questa “sanatoria”, l’accesso in sovrannumero al CFSMG a coloro i quali siano iscritti alla facoltà di medicina e Chirurgia prima del 31 dicembre 1991 e laureati dopo il 31 dicembre 1994. Tale possibilità nasceva per poter permettere ai suddetti colleghi, iscritti al corso di Laurea prima dell’istituzione del CFSMG (DL 368/99), di esercitare la Medicina Generale.

L’accesso in sovrannumero non prevede la necessità di partecipare al concorso, non prevede trattamento economico ed incompatibilità. L’assenza di incompatibilità lavorative, seppur in mancanza di trattamento economica, comporta la possibilità, piuttosto concreta, di un guadagno nettamente superiore a quanto percepito dai vincitori di concorso.
A questi ultimi, infatti, spetta un corrispettivo economico mensile di circa 900 euro soggetto a tassazione IRPEF e contributi previdenziali ENPAM. Il superamento del CFSMG comporta in ogni caso l’accesso in graduatoria per la Medicina Generale e la possibilità di attribuzione di incarichi a tempo indeterminato.

Se la mancanza di incompatibilità permette agli iscritti in sovrannumero un maggior guadagno economico rispetto ai vincitori di concorso, la maggiore anzianità di servizio permette anche di ritrovarsi con un punteggio più alto al termine del CFSMG.

Gli effetti di tale sanatoria, a distanza di 20 anni, continuano a ripercuotersi, specialmente nelle regioni a più alta pletora medica, sui giovani medici che scelgono di intraprendere la strada della Medicina Generale. Tale problematica, da tempo sottolineata dal Settore Formazione e Prospettive del Sindacato Medici Italiani, dovrebbe essere superata con l’istituzione della Specializzazione in Medicina Generale.

La formazione in Medicina Generale ha sempre rappresentato la “cenerentola” della formazione post-lauream. Da anni chiediamo che questa sia riformata, sia dal punto di vista formativo che da quello economico, trasformandola a tutti gli effetti in una Specializzazione come avviene nel resto d’Europa. Nonostante ciò, il CFSMG continua ad essere il “refugium peccatorum” degli errori di programmazione effettuati nel corso degli anni.

La Regione Piemonte e la Regione Sicilia hanno, infatti, attuato nelle more di stabilizzare i medici precari che esercitano a tempo determinato all’interno dei servizi di emergenza del 118, decreti atti a consentire l’iscrizione in sovrannumero al CFSMG per i suddetti colleghi.

La problematica del Settore Emergenza-Urgenza è nota allo SMI che propone da tempo la standardizzazione del profilo giuridico e professionale del personale medico al fine di integrare il sistema dell’emergenza preospedaliera con quella intraospedaliera.

A fronte di una Specializzazione in Medicina d’Urgenza che ha prodotto i suoi primi Specialisti nel 2014 ed in maniera ad oggi insufficiente a ricoprire tutti gli incarichi, proponiamo da diverso tempo che il precariato dei colleghi che esercitano incarichi di emergenza territoriale possa essere superato con il progressivo passaggio al rapporto di dipendenza, nelle more che la Specializzazione possa offrire un numero di medici sufficiente a ricoprire tutti gli incarichi disponibili.

Difficile comprendere però come l’accesso in sovrannumero, anche per i colleghi che esercitano servizi di emergenza 118, possa rappresentare la soluzione al precariato degli stessi. Tale manovra avrà la conseguenza inevitabile di aumentare in maniera scriteriata l’accesso in sovrannumero al CFSMG ancora una volta a scapito dei giovani colleghi che per vocazione hanno scelto la strada della Medicina Generale.

È ora quindi che la Medicina Generale sia riformata attuando una programmazione formativa unitaria sul tutto il territorio nazionale e che permetta attraverso l’istituzione della Specializzazione in Medicina Generale di attuare un percorso unico per l’accesso all’attribuzione degli incarichi a tempo indeterminato.

 

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