Una guardia medica è a processo per omissione di atti d’ufficio: si rifiutò di visitare a casa la paziente. La donna ebbe poi un aneurisma.

Un medico a processo per omissione di atti d’ufficio: è quanto sta accadendo a Ivrea, dove una dottoressa – in servizio come guardia medica – si rifiutò di visitare a casa una paziente, che ebbe poi un aneurisma.

Il medico si era infatti limitato a prescrivere telefonicamente una terapia.

I fatti risalgono al marzo del 2016, quando una donna telefonò in guardia medica lamentando sintomi specifici.

Vomito, dolori al collo, alla testa: tutti sintomi che andavano avanti da giorni.

Ebbene, il medico a processo, nonostante fosse stato richiesto di intervenire con una visita a casa, avrebbe prescritto telefonicamente la cura.

Si trattava, nello specifico, di un medicinale che secondo l’accusa era già stato preso dalla paziente senza alcun effetto. Insomma, la guardia medica non ha voluto effettuare la visita domiciliare.

Alcune ore più tardi, la donna avrebbe allertato il 118 recandosi in ospedale.

Qui, dopo essere stata visitata, era stata dimessa. Poi, 4 giorni più tardi, dopo aver descritto al proprio medico di base i sintomi – che non erano migliorati – le era stata prescritta finalmente una Tac.

Giunta all’ospedale Giovanni Bosco di Torino per la visita, i medici le avevano scoperto un aneurisma.

Da lì l’intervento d’urgenza che ha permesso di salvare la vita della donna senza gravi conseguenze.

Tuttavia, il rischio era stato alto. E per questo, la signora, ha deciso di denunciare l’accaduto e la Procura ha individuato nel comportamento della dottoressa l’ipotesi di reato.

L’avvocato difensore del medico a processo, Alberto Bazzani, afferma che “non esistono precisi protocolli o regolamenti medici che obbligano una guardia medica ad effettuare su richiesta la visita domiciliare, bensì viene piuttosto rimandato alla valutazione del medico stesso l’opportunità di farla. In quel caso, la mia assistita ha valutato che non fosse necessaria e secondo noi era nelle possibilità e facoltà di farlo, a prescindere poi dal successivo decorso della malattia della donna”.

La Procura di Ivrea, rappresentata dal pubblico ministero Chiara Molinari, contesta al medico il reato di omissione di atti d’ufficio

La prossima udienza avrà luogo il 10 luglio.

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