A Fondi un nuovo caso di medico aggredito in Ospedale. Intanto la FNOMCeO approva una mozione per tutelare l’incolumità dei camici bianchi

Ancora un medico aggredito all’interno di un presidio sanitario. Questa volta è accaduto presso l’Ospedale San Giovanni di Dio di Fondi, in provincia di Latina.

L’episodio risale allo scorso 28 dicembre ma è stato reso noto nelle scorse ore. I carabinieri, infatti, hanno denunciato l’autore per il reato di “interruzione di pubblico servizio”.

L’uomo, secondo quanto appurato, avrebbe aggredito un medico di turno costringendolo a interrompere il servizio in corso e a ricorrere alle cure mediche del nosocomio.

Alla base del gesto vi sarebbe la mancata esecuzione di una visita medica per un proprio parente.

Secondo un recente studio dell’OMCeO di Roma, circa il 66% dei medici avrebbe, almeno una volta nel corso della propria carriera, subito un’aggressione, di tipo verbale, psicologica, o addirittura fisica.

Proprio per fare fronte a tale fenomeno la FNOMCeO ha approvato una mozione volta a garantire la tutela, la sicurezza e l’incolumità dei medici del SSN.

Le misure proposte intendono essere il punto di partenza da cui stipulare degli accordi con il Ministero della Salute di concerto con il Ministero dell’Interno.

L’obiettivo è quello di giungere a una apposita legislazione nazionale o quantomeno a una direttiva applicativa di riferimento per tutte le Regioni.

Il Consiglio Nazionale auspica, nello specifico, che presso le sedi delle Aziende socio sanitarie siano adottati strumenti atti ad impedire l’accesso non controllato degli utenti.

Tra le proposte figura inoltre la dotazione, per ciascun medico di turno, in continuità assistenziale, di un braccialetto con incorporato allarme direttamente collegato con le Forze dell’Ordine. In tal modo il sanitario sarebbe più protetto nella effettuazione delle visite domiciliari, in particolare durante le ore notturne.

Infine, per la FNOMCeO, è necessaria l’attivazione di una campagna di informazione per ricordare e sottolineare che il medico di Continuità Assistenziale svolge la propria attività in qualità di pubblico ufficiale. Ciò determina l’applicazione della disciplina penale in particolare verso forme di minaccia o violenza fisica e verbale.

 

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