Il ministro della Salute Lorenzin esprime soddisfazione per lo stop alla moratoria sui vaccini in Veneto, deciso dal governatore Luca Zaia

Il governatore Luca Zaia ha deciso di ritirare il decreto di moratoria sui vaccini in Veneto.
“Apprendiamo con soddisfazione la decisione del Veneto di allinearsi alla normativa nazionale”, ha dichiarato il ministro Lorenzin.
Con la norma, era stata decisa una moratoria sui vaccini in Veneto della durata di due anni, concessa per la presentazione della documentazione vaccinale da parte dei genitori.
La regione, oltre a decidere la sospensione temporanea della moratoria sui vaccini in Veneto, ha presentato un’altra richiesta.
Quella cioè di portare al Consiglio di Stato il quesito sollevato sui tempi di applicazione per le iscrizioni dei non vaccinati da 0 a sei anni nei nidi e nelle scuole di infanzia.
A dirlo è stato proprio Luca Zaia, che ha ricevuto una lettera del direttore generale della sanità veneta, Domenico Mantoan, che ha comunicato la sospensione della moratoria.

Oggi l’Ordine dei Medici si era espresso con durezza sulla vicenda della moratoria sui vaccini in Veneto.

“Non possiamo permetterci – aveva scritto la Fnomceo – coperture a macchia di leopardo, l’85% su un territorio, il 95% su quello vicino” perché aumenterebbe il rischio di epidemie.
Questo, secondo l’Ordine dei Medici, metterebbe a repentaglio la salute dei singoli e della collettività, diritti che sono tutelati dalle buone politiche vaccinali.
È vero, per la Fnomceo, che “l’aspetto organizzativo ha avuto un’accelerazione repentina” ma per l’Ordine la proposta del Veneto “rischia invece di creare un territorio a due velocità”.
Intanto il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, fa sapere che la legge verrà rispettata.
“Alla Regione chiedo solo – ha aggiunto – di dare comunicazioni chiare alle famiglie”.
Sulla questione è intervenuto anche Matteo Renzi, attaccando Luca Zaia.
“Qualcuno – ha dichiarato – sta continuando a giocare sporco su un tema, quello dei vaccini, che dovrebbe essere affidato alla scienza, non alle divisioni di partito”.
 
 
 
 
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