Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per 3 medici del Pronto soccorso degli ospedali di Grosseto e Massa Marittima per il decesso di una donna morta a 78 anni

Nella vicenda riguardante il decesso di una donna, morta a 78 anni il 2 marzo del 2017, il pm di Grosseto ha chiesto il rinvio a giudizio per tre medici del Pronto soccorso degli ospedali di Grosseto e Massa Marittima.

Inoltre, in relazione alla richiesta, il gup, Marco Mezzaluna, ha fissato l’udienza preliminare per l’8 novembre 2018, alle ore 9.30, presso il Tribunale di Grosseto.

Secondo Nicola Rossi, legale dello Studio 3A cui si è rivolto il figlio dell’anziana, quello della donna morta a 78 anni è stato “un calvario ospedaliero durato quaranta giorni”.

La vicenda

Il 23 gennaio 2017, alle 3 di notte, il figlio, notando un rigonfiamento anomalo all’altezza dell’addome, chiama il 118. La madre viene portata all’ospedale di Massa Marittima. Qui viene sottoposta a una serie di accertamenti tra cui la Tac, al termine dei quali i sanitari, decidono di trasferirla nel più attrezzato nosocomio di Grosseto. L’addome infatti mostra un vistoso ematoma e si richiede pertanto il trasferimento. A Grosseto giunge alle 12.37 di quello stesso giorno.

La donna viene prima sottoposta ad un’angiografia, che conferma la lacerazione di un vaso, e poi a una procedura endovascolare di “embolizzazione”. Si documenta quindi l’apparente cessazione del sanguinamento acuto. L’anziana viene quindi tenuta 24 ore in Osservazione breve intensiva e poi riportata, nel pomeriggio del 24 gennaio, a Massa Marittima.

Qui l’ anziana arriva priva di accessi venosi, in condizioni cliniche gravi, con scadimento dello stato di coscienza e chiari sintomi di shock ipovolemico.

A quel punto, si predispone un nuovo trasferimento verso l’ospedale di Grosseto per riportare la paziente in sala angiografica. Ma qui, al momento dell’induzione dell’anestetico, si verifica un grave arresto cardiaco e la donna entra in coma e viene ricoverata nel reparto di Rianimazione.

Dopo alcuni giorni e timidi miglioramenti, l’ anziana il 20 febbraio viene trasferita in Subintensiva.

Il primo marzo finisce nel reparto di Neurologia in attesa che si liberi un posto all’ospedale di Montevarchi.

Lì avrebbe dovuto svolgere la riabilitazione motoria e neurologica, ma ormai le sue condizioni generali sono gravemente compromesse, è soggetta a continue crisi convulsive e a problemi respiratori.

Il giorno dopo, alle 7.45, viene trovata morta a 78 anni nel suo letto. La causa è “arresto cardiaco acuto, causato da un’alterazione del ritmo spinta fino all’asistolia, non potendo escludere un’ischemia acutissima del miocardio da vasospasmo”.

La famiglia da subito un esposto alla procura di Grosseto con richiesta di avviare gli opportuni accertamenti per verificare eventuali responsabilità in capo ai medici e alle strutture che hanno avuto in cura la paziente.

Sequestrate le cartelle cliniche e disposta l’autopsia, viene aperto un procedimento per omicidio colposo, inizialmente a carico di ignoti.

Dopo la perizia medico legale arrivano i risultati. Si parla di diversi profili di responsabilità. “Scorretta gestione della paziente”, monitoraggio “non accurato”, trasferimento imprudente, “criticità nell’operato dei medici” per non aver messo in atto una terapia trasfusionale.

Sulla base di queste conclusioni, il Sostituto procuratore ha quindi iscritto nel registro degli indagati tre medici del pronto soccorso, “perché, in cooperazione colposa tra loro, per colpa consistita in imprudenza e negligenza, cagionavano la morte della donna”.

“Tutti, conseguentemente – conclude il pm -, non adottando le precedenti e diligenti condotte di predisposizione di idoneo supporto alle condizioni generali, provocavano una condizione di prolungata anemia che era causa di uno stato di ipoperfusione periferica, da cui derivava un danno acuto renale, un danno encefalico e un danno miocardico con arresto cardiaco al momento dell’induzione dell’anestetico in sala angiografica in data 24 gennaio 2017 (ore 22.40), da cui derivava ulteriormente, senza interruzione del decorso causale, il decesso in data 2 marzo 2017 per nuovo arresto cardiaco”.

L’udienza preliminare è stata fissata all’8 novembre.

 

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