Tre medici sono stati condannati in via definitiva per il caso di R.A.L., infermiera morta per un intervento estetico a 46 anni.

La donna si era sottoposta a un semplice intervento di blefaroplastica, ma morì a causa di un dosaggio troppo elevato dell’anestetico usato per sedarla durante l’intervento nel maggio del 2015 in una clinica privata per vip.

Adesso, la Corte di Cassazione, ha reso definitive le condanne dei tre medici accusati di concorso in omicidio colposo.

Nello specifico, i giudici hanno confermato due anni e otto mesi di reclusione per il chirurgo plastico V.L. e un anno, sette mesi e dieci giorni per il suo collega U.N..

Quanto al medico anestesista S.A., lui ha ricevuto la pena più severa: tre anni, sette mesi e dieci giorni.

Il medico rispondeva anche di peculato per aver sottratto dall’ospedale di Legnano, in cui lavorava, il farmaco che poi si rivelò fatale per la paziente.

Nelle motivazioni​ della sentenza con cui la Cassazione ha respinto i ricorsi degli imputati, i giudici hanno ripercorso la vicenda della donna morta per un intervento estetico.

La 46enne era “paziente poliallergica ed asmatica (…) ed era stata appena sottoposta ad anestesia locale” ma, come riporta la sentenza, “i medici non si preoccuparono nemmeno di verificare la tolleranza della paziente ai sedativi da somministrare”.

Uno dei sedativi era il Propofol, farmaco non utilizzabile “in piccoli interventi a regime ambulatoriale (…) ed inoltre non può essere impiegato quando la struttura in cui si procede è sprovvista del tubo endotracheale e degli altri presidi di emergenza”.

Non solo. Scrivono i giudici che una semplice tracheotomia avrebbe salvato l’infermiera.

Tuttavia, nella clinica privata “non vi erano mezzi idonei per seguire e fronteggiare le possibili evoluzioni delle condizioni di salute del paziente indotte da tali farmaci”.

Circostanza di cui, ricorda la Cassazione, i tre medici condannati erano perfettamente consapevoli.

L’infermiera morta per un intervento estetico lavorava nel reparto di urologia dell’ospedale di Lodi. Il marito le aveva regalato quell’intervento di chirurgia plastica.

L’operazione è molto semplice e ritenuta banale dagli addetti ai lavori. Nel caso specifico, i medici si erano appoggiati alla clinica privata milanese frequentata da molti clienti vip.

Ma l’errore nel dosaggio dell’anestetico ha causato nella paziente una lenta bradicardia, fino all’arresto cardiaco.

La donna è stata poi trasportata d’urgenza all’ospedale Fatebenefratelli, dove poi è deceduta.

In seguito al suo decesso, la Procura ha subito deciso di aprire un’inchiesta. Il processo di primo grado con rito abbreviato si era concluso con le tre condanne che erano state confermate dalla corte d’appello.

 

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1 commento

  1. nel 2003 ho avuto una neurite ottica all’occhio destro,scoprendo nel 2014 che é uno dei primi sintomi della sclerosi multipla di cui sono affetta.non mi è stato detto niente dai medici,avrei potuto iniziare a curarmi prima e non arrivare allo stato in cui mi trovo oggi ,vorrei sapere se posso denunciare ,grazie

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