Per il caso dell’uomo morto dopo trapianto di cuore sono stati indagati due medici del San Raffaele di Milano e tre del San Camillo di Roma.

Aveva suscitato parecchio scalpore la vicenda dell’uomo morto dopo trapianto di cuore al San Camillo di Roma. Secondo le prime ricostruzioni, infatti, il sessantenne avrebbe ricevuto un “cuore malato”, proveniente da un donatore 48enne deceduto proprio di infarto.

Il cuore era stato espiantato al San Raffaele di Milano e mandato a Roma.

Anche la ministra della Salute Beatrice Lorenzin aveva espresso la sua contrarietà per quanto avvenuto, suscitando così le ire dei medici e della dirigenza del San Camillo. I medici si sono immediatamente difesi sostenendo che il cuore fosse in ottime condizioni.
La ministra aveva dichiarato che “è inaccettabile morire dopo un trapianto di cuore” e aveva annunciato “immediate procedure di controllo e verifica”.
Il Centro nazionale trapianti, invece, aveva assicurato che “tutte le procedure sono state rispettate e l’organo, dopo gli esami, è risultato idoneo al trapianto”. I medici del San Camillo hanno infatti dichiarato che “il cuore era perfetto”.
A seguito delle verifiche, quindi, la procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati (un “atto dovuto”) cinque specialisti, due del San Raffaele e tre del San Camillo. Il reato contestato è quello di omicidio colposo.
L’indagine è stata affidata agli inquirenti di Milano per competenza territoriale, e in seguito è stata spostata nelle mani del pm Antonio Cristillo.

L’accusa

Secondo l’accusa, avvalorata da una consulenza di parte, il decesso dell’uomo sottoposto a trapianto potrebbe essere conseguenza di una valutazione errata dell’equipe medica milanese del San Raffaele, che aveva valutato l’organo idoneo e compatibile con il paziente romano in lista di attesa.
All’Istituto di medicina legale di Padova è stato effettuato quello che in gergo si definisce un “accertamento irripetibile” per analizzare il cuore e valutare se, come sostenuto dai consulenti della procura di Roma, avesse lesioni pregresse.
Il pm Cristillo ha nominato 4 consulenti, le parti altri 8. La relazione finale deve essere consegnata agli inquirenti entro l’8 gennaio prossimo.
 
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