Per i periti non c’è nesso causale tra l’operato del medico e il decesso del paziente, morto dopo un intervento per dei polipi al naso

Non esiste nesso di causalità fra l’intervento eseguito e la morte del paziente, avvenuta un mese e mezzo dopo. Questa la motivazione con cui il Pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione di un chirurgo in servizio, all’epoca dei fatti, presso l’Ospedale di Borgomanero, in provincia di Novara. Il medico era accusato del decesso di un settantenne, morto dopo un intervento nel gennaio del 2014.

La vittima, come riporta la Stampa, era finito sotto ai ferri per dei polipi al naso. Durante l’operazione aveva subito la lesione della lamina cibrosa, ovvero la porzione di osso nella parte superiore dal naso, dove passano nervi e vasi sanguigni. La ferita, subito suturata, si era poi riaperta a distanza di 40 giorni.

Il settantenne era morto per la conseguente emorragia all’Ospedale Maggiore di Novara.

La vicenda aveva visto l’apertura di un’inchiesta sfociata nel processo per omicidio colposo a carico del chirurgo che per primo era intervenuto sul paziente.  Il rinvio a giudizio si era basato sul parere del medico legale che aveva effettuato l’esame autoptico sul corpo della vittima. L’esperto aveva infatti ipotizzato un comportamento imperito dell’indagato.

Le successive consulenze, tuttavia, avrebbero sconfessato tale parere. “I periti ci dicono che l’otorinolaringoiatra ha fatto tutto a regola d’arte”, ha affermato il Pm nella richiesta di assoluzione. La richiesta è stata accolta. Il Giudice  ha chiuso il processo sentenziando che “il fatto non costituisce reato”. Si attendono ora le motivazioni del provvedimento.

Intanto il Tribunale ha disposto la trasmissione degli atti in Procura perché indaghi sull’operato dei sanitari che hanno preso in cura il paziente a Novara. Secondo quanto dichiarato alla Stampa dal legale della difesa, infatti, quando l’anziano era tornato in ospedale, il neurochirurgo gli avrebbe suggerito una terapia antibiotica. “E invece – spiega l’avvocato – viene trasportato a Novara e subisce un nuovo intervento. I consulenti tecnici ci dicono che eventuali responsabilità sono da ricercare in questa seconda fase”.

 

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