Secondo il pm di Milano non c’è responsabilità dei medici: dagli esami del cuore la vittima era risultata idonea all’intervento

È stata decisa l’archiviazione per 5 medici che erano stati accusati di omicidio colposo nel caso dell’uomo morto dopo un trapianto di cuore nel dicembre 2016.

I sanitari, due del San Raffaele di Milano e tre del San Camillo di Roma, non sono stati ritenuti responsabili in alcun modo per il decesso.

La vicenda

Il caso ha coinvolto nel 2016 un romano di 61 anni, morto dopo un trapianto all’ospedale San Camillo di Roma. L’organo era stato prelevato all’ospedale San Raffaele di Milano ad un 48enne meneghino.

Dopo il decesso dell’uomo, era subito stato aperto un fascicolo dalla procura per “omicidio colposo”, passato poi a Milano per competenza territoriale.

Dalla consulenza medico legale era poi emersa una “inidoneità” del cuore ad essere trapiantato. “Il cuore era in condizioni perfette”, sostengono invece i medici del San Camillo.

Sul punto c’è stato un lungo scontro tra accusa e difesa.

Lo scontro tra periti è culminato a maggio scorso con la seguente conclusione.

“Si può concludere in un’ottica ex ante – hanno affermato i consulenti – che il donatore dell’organo non presentava caratteristiche che controindicassero il prelievo e la donazione dell’organo, che risultava idoneo a scopo di trapianto, e che il rischio di esito sfavorevole era da considerarsi standard e che le anomalie riscontrate nel cuore del donatore potevano al più allertare gli operatori per un monitoraggio stretto post-trapianto, ma niente avrebbero avuto a che fare con l’insufficienza d’organo che si era appalesata immediatamente dopo il trapianto”.

Una vicenda particolarmente drammatica quella del 61enne morto dopo un trapianto. Anche perché l’uomo, come riportò all’epoca dei fatti il suo avvocato, era restio a sottoporsi all’intervento.

“In questa vicenda ha perso la vita una persona che al momento dell’intervento stava bene” ha dichiarato l’avvocato Loredana Vivolo, legale della famiglia.

“Era rientrato dalle vacanze per fare il trapianto, lui era restio ma le figlie volevano che si operasse per risolvere i suoi problemi di salute”.

Tuttavia, dopo ulteriori e approfonditi esami strumentali e clinici, il cuore è apparso “idoneo” al trapianto e quindi non c’è alcuna responsabilità medica.

Con queste motivazioni, il pm di Milano Francesco De Tommasi ha chiesto di archiviare l’inchiesta a carico dei cinque sanitari, che erano stati accusati di omicidio colposo per la morte del paziente.

 

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