L’ospedale Molinette è capofila nel progetto My-Aha, che prevede anche l’impiego di speciali occhiali per diagnosticare il morbo di Alzheimer

Speciali e ipertecnologici occhiali per diagnosticare il morbo di Alzheimer. Fantascienza? No, si tratta di uno dei vari dispositivi messi a punto dal progetto internazionale My-Aha, di cui il Molinette della Città della salute di Torino sarà capofila.

In Italia si calcola che siano colpiti dalla patologia circa 1,3 milioni di persone, e che il Piemonte sia tra le prime 5 Regioni italiane con il maggior numero di over 65 (il 24,5% della popolazione).

Su 1.000 persone sopra i 65 anni, 33 sono colpite da una forma di demenza.

Ed è ormai noto a tutti come sia necessario intervenire molto precocemente, ben prima che compaiano i sintomi della malattia.

Ebbene, il Dipartimento di neuroscienze della Città della salute e dell’Università di Torino prende parte in qualità di capofila del Progetto My-Aha (My Active and Healthy Ageing).

Tale progetto è coordinato da Alessandro Vercelli, e riunisce numerosi Istituti di ricerca e aziende sia europei sia extraeuropei, giapponesi, australiani e coreani.

Un progetto basato sulle più recenti indagini diagnostiche, e per questo molto importante.

Delle terapie mediche attuali e futuribili, di sostenibilità economica del sistema, ma anche di comunità a dimensione di paziente con demenza, si parlerà giovedì alle Molinette al convegno ‘Il malato di Alzheimer: la sua presa in carico dal laboratorio al territorio’.

Per il progetto, che prevede anche l’impiego di speciali occhiali per diagnosticare il morbo di Alzheimer, verranno reclutati 600 pazienti nel mondo.

Ben 80 di loro alle Molinette di Torino.

Su questi pazienti si valuterà, mediante moderni e rivoluzionari device, il rischio di Alzheimer e di decadimento cognitivo, psicologico, fisico e sociale.

I pazienti indosseranno gli occhiali della ditta giapponese Meme, in grado di registrare i movimenti del corpo e del capo. Questi poi valuteranno, grazie a un giroscopio e un accelerometro, il grado di equilibrio del soggetto nello spazio.

Altri sensori posizionati sulle stanghette registreranno anche i movimenti oculari, che si modificano con l’età e con la patologia.

La loro qualità del sonno verrà poi monitorata grazie all’applicazione di bande della ditta tedesca Medisana, poste sul materasso.

Ma in questi nuovi processi diagnostici vengono impiegati anche gli smartphone.

Questi saranno muniti di giochi di memoria, messi a punto specificamente per questo studio, che il paziente sarà in grado di auto somministrarsi per testare lo stato della memoria.

Non solo. Evidenzieranno anche l’orientamento e la capacità di risolvere problemi più o meno complessi.

Lo smartphone raccoglierà i dati di tutta la strumentazione e li invierà a un sistema in grado di riconoscere eventuali peggioramenti nel tempo.

Al termine dello studio sarà possibile comprendere quanto i nuovi dispositivi abbiano aiutato nella diagnosi precoce della sindrome di Alzheimer.

 

 

 

Leggi anche:

INTERCEPTOR, AL VIA LO SCREENING DEI SOGGETTI A RISCHIO ALZHEIMER

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui