Secondo il medico legale il decesso sarebbe da attribuire a un rapido decadimento della funzione cardiaca, verosimilmente connesso con una overdose di farmaci

Tre operatori sanitari risultano indagati a Ravenna per il decesso di una donna di 81 anni, morta probabilmente a causa di una overdose di farmaci. La signora era ricoverata presso una clinica privata del capoluogo di provincia romagnolo. Secondo gli inquirenti le sarebbe stato somministrato per 13 giorni un medicinale che avrebbe dovuto assumere una volta a settimana.

Il decesso risale allo scorso 11 maggio. L’inchiesta è scaturita da un esposto presentato dai parenti della vittima. L’esame medico legale ha evidenziato che la morte sarebbe da attribuire a un rapido decadimento della funzione cardiaca, verosimilmente connesso con un’alterazione dovuta all’intossicazione farmacologica. Più specificamente, il perito ritiene altamente probabile che la riduzione dell’ossigenazione dei tessuti provocata dal farmaco abbia determinato un aggravamento del lavoro cardiaco.

Il consulente tecnico incaricato dalla Procura avrebbe ravvisato negligenze e imperizie nella gestione terapeutica della paziente.

A partire, come riporta La Repubblica, dalla condotta del medico che effettuò la prima prescrizione, il quale non avrebbe tenuto conto dei possibili effetti collaterali. Responsabilità sarebbero state riscontrate anche nella fase successiva. Il personale sanitario non avrebbe rivalutato il quadro clinico della donna alla luce di alcuni malesseri insorti quali un bruciore alla bocca. I medici, in particolare, sarebbero arrivati alla formulazione di diagnosi di tossicità solamente il 9 maggio, quando tali sintomi si evidenziavano già da quattro giorni.

Secondo i legali della difesa, invece, la consulenza metterebbe in fortissimo dubbio l’esistenza di un nesso causale tra la condotta degli indagati e l’evento. Tant’è che il medico legale sembrerebbe escludere la responsabilità penale degli indagati. Secondo l’esperto, infatti, l’ambito in cui si potrebbero trarre conseguenze dal rapporto causale tra errata prescrizione, somministrazione terapeutica e ritardo diagnostico, sarebbe quello civile.

 

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