Novità per la pausa pranzo degli statali: potrebbe ridursi a 10 minuti. La proposta è contenuta nel contratto che aggiorna stipendi e regole

Potrebbe accorciarsi la pausa pranzo degli statali. L’idea è contenuta nel contratto che aggiorna stipendi e regole per gli statali che, finalmente, vede la luce dopo 10 anni.
L’Aran, l’Agenzia che tratta per il governo, ha convocato le sigle sindacali per oggi. L’obiettivo è chiudere prima di Natale, ma potrebbe servire qualche giorno in più, andando così a ridosso di Capodanno.

Molte le questioni sul piatto. Dal tetto agli straordinari alla pausa pranzo degli statali che rischia di essere accorciata da 30 a 10 minuti.

Intanto è stato fissato a sette euro il valore del buono pasto per tutti i quasi 250 mila dipendenti del comparto. Si tratta quindi sia di ministeriali, che di dipendenti di agenzie fiscali e parastato.
Al momento, gli occhi sono puntati sul meccanismo che consentirà aumenti medi di 85 euro circa, dando qualcosa in più ai redditi più bassi rispetto a quello che frutta la semplice applicazione della percentuale di scatto (+3,48%).
Non manca poi la stretta sull’assenteismo e la differenziazione dei premi. Sono stati poi recepiti i cambiamenti che hanno segnato la società, come le unioni civili.
Analoga situazione sui buoni pasto. È stata infatti ripresa la clausola della spending review, per cui non può superare i sette euro.
Quanto alla pausa pranzo degli statali, l’idea di tagliare i tempi è caldeggiata da una parte del sindacato, con l’intento di eliminare un ostacolo alla flessibilità dell’orario.
C’è però chi fa notare come abbreviare la pausa eliminerebbe uno dei paletti a cui è condizionato il rilascio del buono pasto. Inoltre, il contratto conferma che dopo le sei ore si ha diritto a una pausa. Ma su quanto debba essere lungo il break, restano ancora molti interrogativi.

Tra gli altri temi caldi del contratto, il numero massimo di ore di straordinario (180 ore l’ipotesi), il capitolo malattia e l’ampliamento delle tutele per chi subisce gli effetti di terapie salvavita.

Su quest’ultimo punto, si discute dei giorni dopo i trattamenti, che sono esclusi dal periodo di comporto, entro cui non si può essere licenziati, ma viene messo un limite di quattro mesi. È stato invece rinviato il lavoro per la nuova classificazione delle professioni del comparto della P.A. centrale.
Per quest’ultima, ci sarà una commissione ad hoc. Il contratto nazionale infine delega diverse materie all’integrativo, come il ‘welfare aziendale’.
Le amministrazioni potranno infatti venire incontro ai loro dipendenti favorendo presiti, borse di studio per i figli, sconti su cinema o musei.
 
 
 
 
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