Una proposta di legge scritta con la collaborazione di alcune associazioni free-vax per il superamento dell’obbligo vaccinale nel Lazio sta innescando l’ennesima polemica sui vaccini.

Sta facendo discutere – innescando l’ennesima polemica sui vaccini – una proposta di legge lanciata dal M5S Lazio. Questa è stata scritta con la collaborazione di alcune associazioni free-vax per la revisione del sistema vaccinale regionale.

L’idea è quella del superamento dell’obbligo vaccinale.

Tra i primi firmatari della proposta in questione ci sono i consiglieri regionali Davide Barillari e Roberta Lombardi del M5S.

La proposta di legge

Tra i suoi punti-chiave, la proposta di legge presentata il 17 luglio scorso contempla la promozione della nutrizione “preventiva” per rafforzare il sistema immunitario. Inoltre, è prevista la riorganizzazione dei centri vaccinali e una formazione ad hoc del personale medico.

Oltre a questo, si parla di un piano personalizzato per le vaccinazioni con screening pre-vaccinale e post-inoculo. Previsto inoltre l’obbligo per il medico di stilare una dettagliata anamnesi di tutta la famiglia prima di procedere.

Inoltre, è previsto di informare i genitori sulle possibili reazioni avverse del siero e per ottenere risarcimenti per eventuali danni da vaccino. La proposta parla poi di una quarantena per i bambini immunizzati prima del reinserimento a scuola e dell’acquisto di vaccini in formato monocomponente.

Il testo della proposta però ha già suscitato reazioni indignate da parte del mondo medico in quanto si tratta dell’ennesima polemica sui vaccini, tesa a metterne in discussione l’obbligatorietà.

Di diverso avviso il M5S, per il quale invece la proposta di legge va incontro ai cittadini.

“Essi – scrivono i firmatari – sono protagonisti che attivamente coinvolti e informati, operano una scelta libera e sono in grado di segnalare tutte le situazioni sospette di reazioni avverse successive all’inoculazione anche a distanza di giorni”.

Con questa legge, proseguono i pentastellati, “la Regione promuove un approccio fondato sulla raccomandazione, in modo da favorire l’esercizio cosciente della libertà di scelta”.

Il tutto, scrivono, mentre “costruisce tutte le condizioni necessarie al superamento di una pratica vaccinale coercitiva”, facendo affidamento sulla “maggiore consapevolezza, responsabilità e maturità” dei cittadini di oggi.

Di base l’idea del M5S è quella di ispirarsi alla cosiddetta “Prevenzione Primaria”, ritenuta dai firmatari la “medicina del Futuro”.

Una proposta, la loro, che non prevede tra l’altro alcun divieto per i bimbi non vaccinati presenti a scuola.

E c’è di più. Per i pentastellati, la scuola non entrerà “nel merito della formazione delle classi in base alle certificazioni vaccinali dei soggetti”, ma dovrà invece garantire “che sia rispettato il periodo di quarantena di 4-6 settimane per il soggetto appena vaccinato con virus attenuato al fine di evitare contagi indotti dalle stesse secondo il principio di precauzione”.

Intanto, il consigliere Barillari afferma che “subito dopo la presentazione, la proposta di legge di riforma del sistema vaccinale verrà inserita nella piattaforma Rousseau”. Barillari ha poi ricordato che la proposta è stata redatta con il contributo di “professionisti del settore, associazioni e genitori”.

A partecipare alla proposta di legge sono stati il Moige, il Codacons, Comilva, l’associazione Auret – sostenitrice della correlazione fra vaccini e autismo -, Corvelva (autrice dei manifesti choc sui danni da vaccino).

Non hanno partecipato alla stesura, invece, il Sindacato Medici Pediatri di Famiglia, la Federazione italiana Medici di Medicina Generale, la Federazione Italiana Medici Pediatri e altre realtà favorevoli alla vaccinazione obbligatoria.

Realtà che, come affermato da Barillari, “verranno chiamate in audizione in Commissione Salute e Politiche Sociali una volta presentata e incardinata la legge, alla fine del percorso di elaborazione dal basso”.

 

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