Il lavoro potrebbe migliorare le prestazioni cognitive nei soggetti affetti da demenza come la malattia di Alzheimer o patologie correlate

Un nuovo studio  apre prospettive importanti per migliorare le prestazioni cognitive nei soggetti affetti da demenza e getta nuova luce sui meccanismi alla base dell’intuito. Il lavoro, realizzato da Università Statale, Ospedale Santi Carlo e Paolo e Fondazione Policlinico di Milano, è stato pubblicato sul Journal of Creativity Research.

La ricerca, guidata da Alberto Priori, docente di Neurologia dell’Università Statale, si è basata sull’utilizzo della tDCS (transcranial Direct Current Stimulation). Si tratta di una tecnica indolore e non invasiva molto nota nel trattamento di disturbi neuropsicologici. Gli autori ne hanno evidenziato gli effetti di potenziamento sui processi creativi, utili per elaborare e trovare soluzioni ai problemi della vita quotidiana.

In particolare, il gruppo di ricerca ha applicato debolissime correnti elettriche della tDCS sul cuoio capelluto in corrispondenza del lobo temporale di 31 soggetti normali.

Il risultato è stato sorprendente. E’ stato infatti rilevato un aumento del 20% della capacità di trovare soluzioni intuitive a problemi attraverso il test delle Associazioni Remote (RAT). Diversamente, la stimolazione tDCS finta (placebo) o applicata nel corso dell’esperimento su una diversa area cerebrale non ha prodotto alcun effetto.

Il nostro studio – osserva Fabiana Ruggiero, ricercatrice del team – è il primo nel suo genere e ha approfondito l’aspetto del processo creativo legato al pensiero convergente, ovvero quel momento esatto in cui l’intuito genera un nesso associativo, “Eureka!”, dimostrando come questo possa essere modulato tramite la tDCS”.

Il lavoro apre nuove e interessanti prospettive sulla modulazione della creatività e dell’intuito, con possibili implicazioni di natura etica e clinica.  I circuiti cerebrali che controllano la creatività e la capacità di trovare soluzioni anche intuitive sono, infatti, ancora quasi del tutto ignoti. La loro conoscenza può avere rilevanti implicazioni per migliorare le prestazioni cognitive nei soggetti affetti da demenza come la malattia di Alzheimer o patologie correlate.

 

Leggi anche:

FORMAZIONE DEL CANCRO, SCOPERTA REGOLAZIONE DI FATTORI CRUCIALI

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui