In Italia, dall’inizio del nuovo millennio, si registra una crescita pari al 40,4 per prodotti sanitari e servizi nel settore della Salute

Tra il 2000 e il 2017, secondo uno studio condotto dall’Eurostat, i prezzi nell’Ue sono aumentati complessivamente del 36 per cento.

Gli incrementi maggiori riguardano le voci “bevande alcoliche e tabacco” ed “educazione”, con rincari di oltre il 90 cento. “Alloggi, acqua, elettricità e gas”, nonché “ristoranti e alberghi” hanno seguito tassi di crescita superiori al 55%. Stabili i prezzi per “abbigliamento e calzature”, mentre quelli relativi alle “comunicazioni” sono diminuiti di oltre il 20 per cento.

Per quanto concerne il settore salute, senza distinguere tra spesa pubblica e privata, è stata rilevata una crescita media tra il 2000 e il 2017 pari al 40,8%. Tuttavia sono state riscontrate notevoli differenze tra i singoli Stati membri e anche in base alla tipologia del servizio analizzato.

L’Italia nel periodo analizzato registra una crescita dei prezzi del 40,4%, di poco inferiore, quindi, alla media Ue. In testa alla classifica si colloca l’Ungheria con un incremento del 156,8%. In coda, invece, si posiziona il Belgio con appena il 17,1% di aumento.

Tra i maggiori partner Ue al di sotto della media dei 28 Paesi e dell’Italia ci sono la Germania (38,8%), la Francia (22,7%) e la Spagna (17,2%). Al di sopra invece figura il Regno Unito che nel periodo 2000-2017 segna un aumento percentuale di spesa per la salute del 61,5 per cento.

L’analisi dei singoli settori evidenzia che, nel nostro Paese, la voice che presenta il maggiore aumento è quella dei “servizi medici e paramedici” (+57,3%). I “servizi ospedalieri” fanno registrare + 22,5% e quelli farmaceutici + 31,9%. La crescita minore riguarda la voce “altri prodotti medici, apparecchi terapeutici e attrezzature” (+ 19,7%).

Rispetto al 2017, infine, il Belpaese fa segnare un aumento dello 0,8%. Nel confronto con lo scorso anno l’incremento maggiore si registra in Repubblica Ceca (+ 3,8%). La Grecia, invece, è l’unico Paese tra quelli dell’Ue 28 in cui la spesa è diminuita (-2,1%).

 

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