E’ accaduto a Palermo, dove un operatore sanitario addetto al triage è stato preso a pugni in testa da tre persone

Ancora un’aggressione ai danni di un operatore sanitario. E ancora una volta in una struttura sanitaria del Sud. L’episodio si è verificato due giorni fa al Pronto soccorso dell’Ospedale Cervello di Palermo, dove un infermiere del triage è stato colpito con diversi pugni in testa da tre persone.

Il sanitario, addetto all’assegnazione dei codici di priorità ai pazienti in arrivo, è stato sottoposto a una Tac al capo. Sul posto è intervenuta la polizia che ha identificato gli autori dell’aggressione.

Per il nosocomio palermitano si tratta della terza aggressione in tre settimane, dopo il caso di un’infermiera spintonata e di un’ inserviente che ha subito la lesione del timpano.

Nel capoluogo siciliano, in due mesi, sono complessivamente 10 gli operatori sanitari rimasti vittima di episodi di violenza.

L’infermiere aggredito ha ricevuto nelle scorse ore la visita dell’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, che ha manifestato la propria solidarietà e quella del governo regionale al primario della struttura.

Appena due settimane fa il prefetto di Palermo aveva convocato  i manager di Asp e ospedali della città per discutere sul tema della sicurezza in corsia. Nel corso dell’incontro si era deciso di potenziare il numero di guardie giurate in ospedale e di installare telecamere nei reparti più a rischio.Sempre in quei giorni il locale Ordine dei Medici aveva organizzato una manifestazione di piazza proprio per per chiedere più sicurezza per il personale sanitario.

All’indomani dell’aggressione al Cervello si solleva nuovamente anche la voce dei sindacati.  Il segretario aziendale del sindacato dei medici Cimo, Giuseppe Bonsignore, torna a chiedere l’intervento delle istituzioni affinché rendano concrete le misure annunciate.

“È desolante constatare – afferma  – che alcuni pazienti siano comunque prevenuti nei confronti della struttura pubblica a prescindere da attese o disservizi. Queste forme di violenza vanno combattute e represse. Lo abbiamo chiesto più volte all’azienda ospedaliera ma siamo ancora alla fase delle chiacchiere, senza nessun provvedimento concreto. Continuando così nessun medico o infermiere accetterà più di venire ad operare in Pronto Soccorso. È già successo che i concorsi a tempo determinato siano andati deserti e questo è un inquietante campanello d’allarme”.

 

Leggi anche:

TRE AGGRESSIONI A MEDICI E INFERMIERI NEL GIRO DI 48 ORE

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui