I dati sugli studi di settore del 2016 fotografano la situazione relativa ai redditi dei professionisti e confermano notai e dentisti ai primi posti

I più recenti dati sugli studi di settore 2016 hanno fotografato la situazione dei redditi dei professionisti. Secondo questo report, dentisti, notai e commercialisti sono quelli che dichiarano i redditi più alti. Ma anche i medici sono in buona posizione, mentre gli psicologi non hanno una situazione economica soddisfacente.
I dati sugli studi di settore 2016, si legge sul Sole24ore, testimoniano che i ricavi o i compensi non sono redditi.

E le imposte si pagano sui redditi imponibili e non sui ricavi o sui compensi perché nel calcolo entrano in gioco costi e perdite e poi deduzioni dall’imponibile e detrazioni d’imposta.

Ma vediamo un po’ di dati. Gli studi medici (83.255 euro di compensi medi dichiarati) e studi legali (80.209) sfondano il muro degli 80mila euro. Nel secondo caso la crescita è addirittura a due cifre (+10,5%) rispetto all’anno precedente.
Quanto ai medici di medicina generale, questi riescono a raggiungere cifre interessanti in base al territorio in cui operano.
Quelli dell’Emilia Romagna guadagnano una media di 127.090 euro l’anno. Al secondo posto ci sono i colleghi del Veneto con 121.600 euro l’anno quindi al gradino più basso i piemontesi con 114.097. A ruota seguono Trentino (108,274), Marche (107.810), Friuli (102,941), Toscana (102.918), Valle d’Aosta (102,877), Campania (100,845), Lombardia (100.644), Puglia (99,935), Sardegna (98,375), Molise (94,419), Abruzzo (94,052), Umbria (94,031), Liguria (92,035), Lazio (91,881), Sicilia (90,596), Basilicata (82,039), Calabria (81,543).
I redditi dei professionisti cambiano, chiaramente, per i direttori di struttura complessa, che sono i vecchi primari.
Loro portano a casa una retribuzione lorda annua che si aggira sui 110mila euro. Per i direttori che coordinano l’attività di più reparti della stessa area, i cosiddetti superprimari, va aggiunta un’indennità che varia dai 15mila ai 25mila euro l’anno. Cifre che quasi si dimezzano per i dirigenti medici ospedalieri che hanno redditi di poco superiori ai 60mila euro lordi.
Quello che però è rilevante segnalare è che si sta assistendo a una crescita dei compensi medi dichiarati per i professionisti soggetti a studi di settore (719.925) rispetto al 2015.
Ma quali sono le ragioni?
In primo luogo, il miglioramento del quadro economico e una ripresa del giro d’affari. Poi, un effetto compliance che potrebbe aver indotto a dichiarare di più. Infine, una riduzione della platea che potrebbe aver prodotto la permanenza dei contribuenti con volume d’affari più elevato tra quelli obbligati a compilare il software Gerico.

Al primo posto, non è una sorpresa trovare i notai con poco più di 597mila euro. Il loro primato, che si è rafforzato negli ultimi anni, segna una crescita dell’importo medio dell’8,9% rispetto all’anno d’imposta 2015.

Seguono a ruota i dentisti, che sfondano il tetto dei 100mila euro di compensi medi dichiarati. Bene anche i commercialisti (lo studio di settore è lo stesso però anche per ragionieri e consulenti del lavoro) con 115.398 euro.
Chi invece non se la passa benissimo sono gli psicologi, che si attestano sotto la soglia media dei 30mila euro.
I loro compensi medi dichiarati per gli studi di settore si fermano a 27.940 euro. E questo conferma ancora di più che non tutte le professioni sono uguali per volume d’affari e sbocchi occupazionali.
 
 
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