Il presidente dell’Istituto: le revoche di invalidità non sono legate alla fase di accertamento degli stati ‘invalidanti’ ma a casi in cui è stato riconosciuto il diritto ‘a termine’

Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha voluto rassicurare i cittadini disabili circa le presunte distorsioni nel sistema di valutazione della performance dei medici dell’Istituto. Il riferimento è a una delibera della scorsa primavera che ha reintrodotto tra gli obiettivi di performance le revoche di invalidità civile.

Boeri, tramite una lettera aperta, ha chiarito che tali revoche “non sono legate alla fase di accertamento degli stati invalidanti”. Si riferiscono, invece, ai casi in cui “precedenti commissioni mediche ASL avessero riconosciuto il diritto ‘a termine’”. Si tratterebbe, quindi, di quelle situazioni in cui è prevista la necessità di riconvocare il malato per un possibile miglioramento della condizione di salute.

La polemica – spiega Boeri – trae spunto dalla scelta di estendere ai medici Inps l’obiettivo di contribuire alla riduzione del debito pubblico. Il tutto “mediante la riduzione di spese per prestazioni indebite e l’abbattimento dell’evasione contributiva”. Un obiettivo che sin qui era stabilito per i soli dirigenti.

“Una sentenza del Consiglio di Stato, che ha riaffermato l’autonomia organizzativa dei professionisti, ci ha di fatto imposto di fissare obiettivi specifici per i medici. Si sono così definiti –scrive il vertice dell’Inps- molteplici indicatori che valutano la loro attività in base ai servizi forniti all’utenza” . Tra questi anche un indicatore legato al contributo alla riduzione del debito pubblico in termini di “Revoche Prestazioni invalidità civile”, “Visite mediche di controllo” e “Azioni Surrogatorie”.

“Questo indicatore – sottolinea – incide su meno del 2% della retribuzione dei medici ed è valutato a livello regionale”.

Ciò significa che concorrono al risultato tutti i medici della regione rendendo. Di conseguenza sarebbe impossibile per un singolo professionista incidere col proprio comportamento sul risultato e, dunque, sulla sua retribuzione attesa.

Il presidente dell’Istituto riconosce che l’inclusione tra gli obiettivi delle revoche possa “aver dato luogo ad equivoci e alimentato timori”. Tuttavia – evidenzia Boeri rivolgendosi ai cittadini – “l’Inps è dalla vostra parte nel fornirvi servizi il più possibile adeguati nell’applicazione della normativa vigente e nell’utilizzare nel modo più efficace possibile le risorse disponibili. I medici, come gli altri professionisti dell’Istituto, sono chiamati a contribuire a un uso efficiente di queste risorse mediante una sempre migliore programmazione delle visite”.

“A fine anno – conclude – faremo una valutazione dell’efficacia di tutti gli indicatori presenti nel piano della performance”. Tra questi anche quello legato al contributo alla riduzione del debito pubblico. “Vi posso anticipare sin d’ora che, da inizio anno, quando è stato introdotto tale indicatore, non c’è stato alcun aumento delle revoche delle prestazioni”. Al contrario, la percentuale di revoche di invalidità nei primi sette mesi del 2018 si sarebbe ridotta dell’1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sarebbe invece aumentata quella “di riscontrati peggioramenti dello stato di salute che danno luogo ad aumenti dei benefici”.

 

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