L’accettazione del Pronto soccorso dell’Ospedale San Giovanni Bosco è rimasta chiusa un’ora per consentire la disinfestazione del reparto. Il Consigliere Borrelli: situazione inaccettabile

Ancora formiche all’Ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. Il nosocomio poche settimane fa era stato alla ribalta delle cronache dopo la pubblicazione di un’immagine che ritraeva un’anziana signora intubata e ricoperta di insetti. Ieri, sempre a causa delle formiche, l’accettazione chirurgica del Pronto soccorso è stata chiusa per un’ora, dalle 12 alle 13. Il reparto ha quindi riaperto dopo lo svolgimento di un’immediata disinfestazione.

Per il Consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, si tratta di un episodio inaccettabile. “Le carenze igieniche negli ospedali – ha affermato – sono un problema che deve essere affrontato immediatamente e strutturalmente”. Per evitare il ripetersi di simili scene, Borrelli sottolinea la necessità di una attività preventiva. “Non è la prima volta che la presenza di insetti pregiudica l’attività di alcune strutture sanitarie in Campania che devono essere urgentemente riqualificate”.

L’attività di bonifica necessaria per ripristinare le condizioni di igiene, secondo il componente della Commissione sanità regionale, dovrà essere il primo passo di un lavoro capillare che deve portare ad evitare nuovi casi del genere.

“Vedere le formiche o altri insetti che si aggirano per le sale, attraversando persino gli scaffali dei medicinali, è un affronto ai diritti dei malati. Chi mette piede in un ospedale ha il sacrosanto diritto di ricevere le cure in un ambiente salubre e pulito”.

Intanto al San Giovanni Bosco, la paziente al centro del caso del mese scorso è ancora ricoverata presso il reparto di medicina generale. Secondo quanto denuncia il suo legale “resta il grave stato di abbandono della donna che ha provocato la formazione sul suo corpo di piaghe da decubito” La signora, in coma vigile e intubata in seguito ad un ictus, non è trasportabile, ed è quindi rimasta all’ospedale partenopeo. Il legale fa sapere che la famiglia chiederà il risarcimento danni al giudice civile, mentre sul fronte penale la figlia della donna sembrerebbe aver preferito non presentare denuncia.

 

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