Il Giudice di Pace di Siracusa ha chiarito che quando sbuca un animale sulla carreggiata di una autostrada, priva di recinzione, il concessionario risponde ai sensi dell’art. 2051 c.c., potendosi liberare da tale responsabilità solo fornendo la prova del caso fortuito

La vicenda

Un automobilista aveva citato in giudizio l’ente concessionario dell’autostrada sulla quale stava viaggiando, allorché investiva un cane che vagava sulla carreggiata, priva di recinzione, riportando ingenti danni al veicolo.
Nella specie chiedeva la condanna dell’ente convenuto al pagamento, in suo favore, della somma di 2.500 euro oltre interessi, per il danno citato.
Quest’ultimo si costituiva in giudizio, negando la propria responsabilità e chiedendo il rigetto della domanda.

L’insidia autostradale

Ai fini della soluzione della controversia in esame, il Giudice di Pace adito, fa menzione di alcune recenti sentenze della Cassazione in materia di responsabilità del gestore autostradale, ove è stata operata una importante precisazione in tema di responsabilità ai sensi dell’art. 2051 c.c. distinguendo due diversi tipi di insidia:
la prima attiene alle situazioni di pericolo “imminente connesso alla struttura o alle pertinenze dell’autostrada” (ad es. irregolarità del manto stradale, insufficienza delle protezioni laterali, segnaletica insidiosa o contraddittoria);
la seconda si riferisce alle situazioni di pericolo “provocato dagli stessi utenti ovvero da una repentina e non specificamente prevedibile alterazione dello stato della cosa, che pongano a repentaglio l’incolumità degli utenti e l’integrità del loro patrimonio” (ad esempio, perdita di oggetti da parte di veicoli in transito, formazione di ghiaccio sul manto stradale, perdita di sostanze oleose da parte di veicoli in transito).
Ricorrendo la prima ipotesi, sarà sempre applicabile l’art. 2051 c.c., mentre nella seconda ipotesi la responsabilità del gestore sarà disciplinata dall’art. 2043 c.c., con la conseguenza che la vittima dell’insidia avrà l’onere di provare, secondo i criteri generali previsti dal codice civile, l’imprevedibilità e l’inevitabilità del pericolo.

L’obbligo di recinzione della sede autostradale

Ad ogni modo che si tratti di un caso o dell’altro, per sostenere che la concessionaria sia in difetto, occorre chiarire se, per evitare simili episodi, sussista l’obbligo di recintare il percorso: unico modo per evitare l’ingresso “abusivo” di animali (o persone).
Ebbene, se nel vecchio codice della strada non vi era alcuna previsione normativa che disponesse in capo al proprietario o al concessionario di installare, lungo l’itinerario la rete di recinzione, con il nuovo codice la prospettiva è cambiata.
Tale obbligo è espressamente previsto all’art. 2, comma 3, lett a) del d.lgs. n. 285/1992.
Dunque, se con il vecchio codice l’utente non poteva fare alcun “affidamento di viaggiare in un luogo sicuro, posto che qualche animale avrebbe potuto saltare la recinzione e penetrare nella sede autostradale” (Cass. n. 385/69), ora, la situazione è cambiata.
«Affermando che l’obbligo di installazione e, conseguentemente, di manutenzione e di regolazione tecnica della circolazione non è altro che un particolare atteggiarsi del dovere di custodia si finisce col ritenere applicabile pienamente l’art. 2051c.c., laddove l’evento dannoso sia dipeso da una situazione del bene demaniale rispetto alla quale il dovere di custodia risulta specificato da doveri in capo alla pubblica amministrazione».

La decisione

Di recente poi, la Cassazione (Cass. civ. n. 298/2003), rafforzando questa posizione, ha ritenuto per le autostrade, destinate alla percorrenza veloce in condizioni di sicurezza, che l’apprezzamento relativo alla effettiva “possibilità” del controllo alla stregua degli indicati parametri, non può che indurre a ravvisare la configurabilità di un rapporto di custodia per gli effetti di cui all’art. 2051 c.c.
In conclusione, quando sbuca un animale sulla carreggiata il custode dovrà dimostrare che per un accidente (caso fortuito) sulla recinzione si è creato un varco. In tutti gli altri casi, l’autostrada si addosserà i danni.
Per tali motivi le richieste risarcitorie del ricorrente sono state accolte.

La redazione giuridica

 
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