Al via la modifica delle schede Istat per separazione e divorzio. Tramite un comunicato l’associazione Crescere Insieme ha reso note le ultime novità

Ci sono delle importanti novità in arrivo che riguardano le schede Istat per separazione e divorzio.

A renderle pubbliche è stato un comunicato a firma del Prof. Marino Maglietta, presidente dell’Associazione Crescere Insieme.

La modifica in tutti i tribunali delle schede Istat per separazione e divorzio apporterà alcuni cambiamenti. Questi sono intervenuti a seguito dell’analisi delle schede compilate nei tribunali tra il 2005 e il 2015 in occasione di separazione e divorzio.

Dopo avere constatato che al di là dell’assegnazione formale dell’affido condiviso, “il giudice è tenuto a effettuare in via prioritaria rispetto all’affidamento esclusivo, per tutti gli altri aspetti considerati in cui si lascia discrezionalità ai giudici la legge [sull’affidamento condiviso] non ha trovato effettiva applicazione”, l’Istat ha proceduto a modificarne radicalmente i contenuti.

Fino a oggi, difatti, le schede Istat per separazione e divorzio avevano una determinata impostazione.

Queste erano costruite sul vecchio modello monogenitoriale. Una scelta che di fatto aveva assorbito la filosofia dominante.

In base a tale orientamento, il cosiddetto collocatario “riceve dall’altro il denaro per provvedere ai bisogni dei figli, assumendo in esclusiva ogni decisione della vita quotidiana e ogni diretta responsabilità”, si legge nella nota.

Per tali ragioni, l’Istat, ha deciso di apportare delle modifiche.

Si introdurranno quindi “domande – scrive Maglietta – che renderanno imbarazzante la risposta, se il provvedimento del giudice sarà ancora di taglio monogenitoriale e non terrà conto dei diritti del minore”.

Tra queste, sarà richiesto “quali sono i capitoli di spesa assunti da ciascun genitore”.

Difatti, la legge prevede il mantenimento diretto, individuale dei figli, e non l’assegno.

Inoltre, si chiederà “quante volte al mese il figlio pernotta da ciascun genitore (visto che per legge il rapporto deve essere equilibrato)”. Oppure, “se non si è proceduto all’ascolto dei figli ‘perché manifestamente superfluo’ e simili”.

Un cambiamento, quello dell’Istat, che si fonda, secondo Maglietta “sulla necessità di ovviare alle difficoltà derivanti dalle letture notevolmente diverse date da un numero crescente di tribunali”.

Letture che “hanno costretto l’Istat ad adeguare i quesiti effettuando una scelta tra le varie correnti di pensiero della magistratura stessa”.

Pertanto, la nuova modulistica, “non rappresenta il risultato di una sorta di supervisione di tipo giuridico, che non competerebbe a un istituto di statistica – bensì – la conseguenza dell’analisi stessa dei dati acquisiti in precedenza nel tempo”.

Un’iniziativa, quella dell’Istat, accolta con grande soddisfazione dall’associazione Cresce Insieme.

L’augurio di Maglietta è che ora si “possa contribuire a far meglio rispettare il diritto indisponibile dei figli alla bigenitorialità”.

 

 

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