Dopo 10 ore di camera operatoria e l’alternanza di 5 équipe per un totale di 40 persone, sono state separate due gemelle siamesi algerine

Sono state separate due gemelle siamesi di origine algerina grazie a uno straordinario intervento al Bambino Gesù di Roma.
È il secondo caso di separazione di gemelli siamesi nella storia dell’Ospedale e il primo risale a oltre 30 anni fa. L’intervento è riuscito perfettamente dopo 10 ore di camera operatoria e ha visto l’alternanza di 5 équipe per un totale di 40 persone coinvolte.
Le piccole hanno 17 mesi ed erano unite per il torace e per l’addome. L’intervento di separazione è stato eseguito da un team multidisciplinare di circa 40 persone guidato dal prof. Alessandro Inserra, direttore del Dipartimento Chirurgico.

La preparazione all’intervento di separazione è durata circa un anno. Sono stati necessari 11 mesi per consentire all’organismo delle gemelle di sostenere un’operazione chirurgica così complessa.

Non solo. Gli studi clinici sono stati condotti da medici e specialisti di 7 diverse aree. Chirurgia generale, Neonatologia, Chirurgia plastica, Cardiochirurgia, Anestesiologia e rianimazione, Chirurgia epato-bilio-pancreatica e Diagnostica per immagini sono stati coinvolti.
Per preparare l’intervento sono stati realizzati modelli e stampe 3D che hanno consentito che venissero separate due gemelle siamesi. Una speciale procedura, poi, ha consentito di dimezzare la durata dell’operazione, la cui durata – in media – oscilla tra le 18 e le 20 ore.
Questo ha anche ridottoil tempo di esposizione delle bambine all’anestesia.
Anche nell’unico caso di intervento analogo nella storia del nosocomio i gemelli erano siamesi toraco-onfalopaghi (con torace e addome uniti).

Un’altra coppia di gemelle siamesi, ricoverate nel reparto di Neonatologia del Bambino Gesù, verrà separata nelle prossime settimane. Le piccole provengono dal Burundi e sono unite per la zona sacrale.

“La chiave del successo di un intervento così complesso – sottolinea Alessandro Inserra, Direttore del Dipartimento chirurgico – è stato proprio lo scambio di esperienze e il confronto continuo tra alcune delle migliori professionalità del Bambino Gesù che si sono prodigate senza riserve in ogni segmento del percorso che ci ha portati fino a qui. La fase di studio è stata curata in ogni dettaglio così che al momento dell’intervento ognuno sapesse esattamente dove e come operare. Tutto ciò ha consentito di portare a termine tutto l’intervento nello stesso giorno con diverse unità chirurgiche che hanno lavorato a ritmo serrato non più di tre ore ciascuna. Affrontare questo lungo cammino con i colleghi, il personale coinvolto e i genitori delle piccole che non ci hanno fatto mai mancare il loro sostegno, è stata un’esperienza esaltante a livello umano e professionale”.

Emozionatissimi anche i genitori che, alla nascita delle bimbe in Algeria, avevano ricevuto notizie sconfortanti.

Gli era infatti stato detto che le piccole non sarebbero mai sopravvissute. La famiglia, però, non si è arresa e ha lanciato un appello su Facebook. Alla richiesta di aiuto hanno risposto in tanti, compresa un’associazione francese, Halal Verif, che si è fatta carico delle spese di viaggio e di alloggio della famiglia. Nel giro di 6 mesi bambine e genitori hanno potuto lasciare la loro città di origine, Oum El Bouaghi, nel nord-est dell’Algeria, e trasferirsi a Roma. Qui le piccole sono state curate e operate al Bambino Gesù.
Il percorso clinico e chirurgico delle piccole pazienti algerine e burundesi rientra nell’ambito delle missioni umanitarie promosse dall’Ospedale pediatrico della Santa Sede. Nel 2016 i casi pro bono sono stati circa 50.
Ebbene, oggi, a quattro settimane dall’intervento, le piccole Rayenne e Djihene dormono e giocano ciascuna nel proprio lettino del reparto di Chirurgia.
“L’intervento di separazione si è concluso senza complicazioni” afferma Alessandro Inserra. “Le bambine – conclude – non hanno problemi funzionali e stanno bene. In futuro si dovrà intervenire nuovamente per correzioni di natura estetica, ma il loro percorso di crescita sarà normale”.
 
 
 
 
 
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