Fa scalpore il caso degli specializzandi nello studio privato del primario di Cardiologia. La vicenda sarebbe emersa da una segnalazione anonima

Specializzandi nello studio privato del primario che eseguivano compiti destinati ai colleghi che sono specialisti a tutti gli effetti.
È avvenuto a Torino, dove una segnalazione anonima ha fatto scattare una indagine tuttora in corso.
A essere coinvolto in questi presunti abusi ancora da verificare è il professor Fiorenzo Gaita, docente di Cardiologia presso l’Università di Torino, e primario alle Molinette.

La segnalazione anonima sugli specializzandi nello studio privato del primario ha portato al sequestro di libretti su cui vengono annotate le presenze degli specializzandi impegnati in percorsi di formazione all’interno degli ospedali.

L’ipotesi al vaglio degli inquirenti è che i docenti che devono seguirli nel loro percorso di studi abbiano destinato gli specializzandi a svolgere delle attività in studi privati.
Già, perché l’indagine si è anche estesa ad altre scuole di specialità.
Una pratica che, secondo i regolamenti delle Scuole di specializzazione, non è del tutto vietata. Ma è possibile solo a certe condizioni.
Deve essere infatti debitamente autorizzata e, per questo, si richiede che la struttura privata possa garantire una formazione didattica.
Vale a dire che deve offrire agli specializzandi casi clinici che in un ospedale pubblico non possono essere trovati.
L’accusa formulata sulla base di una segnalazione anonima riguardo agli specializzandi nello studio privato del primario sarebbe grave, se suffragata da prove certe.

Il professor Gaita, intanto, ha risposto alle accuse.

“È vero – dichiara – sono venuti i Nas e hanno svolto una serie di controlli. Ma non ho proprio nulla da nascondere: dal mese di maggio ho preparato un regolare ordine di servizio pubblico, discusso preventivamente con la Scuola di specialità, a seguito del quale una volta al mese uno specializzando raggiungeva il mio studio”.
Il primario ha poi precisato che gli specializzandi non svolgevano visite ed esami.
I medici specializzandi erano nello studio “per discutere insieme i casi clinici a fine giornata. In particolare, i casi ambulatoriali più difficili. E questo è previsto nel sistema di formazione dello specializzando”.
L’inchiesta è coordinata da due pubblici ministeri.
Andrea Beconi, per eventuali profili contro la pubblica amministrazione, e Vincenzo Pacileo, per quanto riguarda la tutela dei luoghi di lavoro e della salute dei malati.
 
 
 
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