Quarto appuntamento dedicato alle patologie degli arti inferiori: oggi l’esperto ci parla delle differenze tra sperone e spina calcaneare

Capita molto spesso che sperone e spina al calcagno siano due patologie che vengono confuse tra loro, con la più ovvia conseguenza di non riuscire a trattare correttamente i sintomi.

Iniziamo con il dire che queste due affezioni hanno solo un aspetto in comune: esse derivano da microlesioni ripetute che determinano nel tempo l’apposizione di calcio.

La riparazione derivata da microlesioni del tendine di Achille in prossimità della parte posteriore del calcagno e la riparazione della fascia plantare in prossimità della parte anteriore ed inferiore di questo osso, rappresentano lo sperone e la spina calcaneari.

Se comprendi questo già puoi capire da solo/a che le cause determinanti le due patologie sono differenti, quindi anche i trattamenti devono esserlo.

Ma procediamo con ordine e vediamo la sintomatologia.

Lo sperone calcaneare è caratterizzato da dolore al mattino quando si poggiano i piedi a terra, gonfiore del tendine di Achille, rigidità della caviglia e dolore che aumenta con calzature senza o con poco tacco. Se pinzi con pollice ed indice il tendine potresti fare un salto dal dolore!

Lo stretching aiuta molto ma sicuramente quando la radiografia mostra l’apposizione di calcio la fisioterapia migliore sono le onde d’urto. Per controllare il dolore anche laser e tecar offrono un valido rimedio.

Di seguito due buoni esercizi di auto-trattamento.

Es 1)Da in piedi di fronte ad una parete dove posizionerai le mani. Porta in dietro il più possibile un piede poggiando solo dita ed avampiede, a questo punto fai scendere il tallone fino al suolo e sentirai “tirare” i muscoli del polpaccio.

Es 2) Utilizza la stessa posizione dell’esercizio 6 ma porta in dietro un piede della metà rispetto all’esercizio precedente. A questo punto piega entrambe le ginocchia come se ti volessi sedere e sentirai “tirare” il tendine di Achille.

Vediamo ora la spina calcaneare. La sintomatologia è simile alla precedente, infatti al mattino il dolore è pungente sotto al tallone, le scarpe senza tacco peggiorano la sintomatologia ed in generale è difficile camminare a piedi nudi.

Anche in questo caso la fisioterapia di elezione sono le onde d’urto ma tecar, laser ed ultrasuoni aiutano molto. Lo stretching, comunque presente ma differente dal precedente, è un ottimo auto-trattamento. Fondamentali sono gli esercizi di percezione e mobilizzazione della pianta del piede. Questi esercizi si eseguono con l’aiuto di una pallina.

Es 1) Posiziona una pallina sotto all’avampiede nel punto in cui le dita si “attaccano” al piede. Tenendo il tallone in appoggio ed utilizzandolo come punto fermo, ruota il piede a destra e sinistra facendo scorrervi al di sotto la pallina. Esegui 10 volte.

Es 2) Posiziona la pallina anteriormente al tallone nel punto in cui solitamente inizia l’arco plantare. Con molta cautela schiaccia la pallina con il peso del corpo per 10 volte.

Es 3) Posiziona la pallina come nell’esercizio 1. Questa volta però fai scorrere la pallina sotto tutto il piede muovendolo avanti e dietro per 10 volte.

Es 4) Posiziona la pallina sotto alle dita e prova ad afferrarla come se volessi alzarla dal terreno. Esegui questo movimento per 10 volte.

Es 5) Da seduto/a afferra le dita dei piedi e flettile verso di te. In questo modo la fascia plantare va in allungamento. Per aumentare la tensione puoi flettere dorsalmente anche la caviglia.

Dr. Paolo Scannavini
pscannavini@gmail.com
Fisioterapista e Kinesiologo

 

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