Dalla ricerca svolta presso la Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore dal team di Claudio Grassi, possibili risvolti applicativi per contrastare il declino cognitivo tipico dell’età

Si può aumentare la memoria dei topolini con una singola seduta di non più di 20 minuti di stimolazione elettrica transcranica con corrente continua, una tecnica non invasiva e già clinicamente sperimentata in varie patologie. Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Policlinico A. Gemelli di Roma che hanno dimostrato come, nei topolini, una sola seduta di stimolazione sia in grado di indurre nel centro della memoria – l’ippocampo – un potenziamento delle connessioni tra i neuroni, le “sinapsi”, indispensabili per trasmettere ed immagazzinare le informazioni. Questo ha portato a un miglioramento nella memoria dei topolini anche parecchi giorni dopo il trattamento.

In particolare, è stato individuato il meccanismo responsabile di questi effetti: si tratta di una cascata di segnali molecolari che attiva nelle cellule nervose la produzione del fattore di crescita cerebrale Bdnf.
Il potenziale applicativo di questo studio è davvero importante: la stimolazione, infatti, potrebbe risultare efficace in anziani con deficit cognitivi.

Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports, edita dal gruppo Nature, ed è stato condotto da un team di ricercatori guidati dal professor Claudio Grassi, Direttore dell’Istituto di Fisiologia Umana dell’Università Cattolica di Roma che spiega: “Per quanto riguarda i deficit cognitivi sono già in corso studi, dai risultati incoraggianti, condotti su modelli animali di malattia di Alzheimer”.

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