I Trojan di Stato, noti anche come captatori informatici, entrano nel dibattito politico per la nuova proposta di legge sulla loro regolamentazione

Il loro utilizzo infatti nell’ambito delle indagini viene regolamentato per la prima volta in questa proposta di legge. I captatori informatici, o trojan, sono una sorta di software spia che infetta un computer o un cellulare prendendone il controllo da remoto e potendo in questo modo controllarne tutta l’attività, dalle chiamate all’archivio fotografico. È possibile altresì effettuare registrazioni ambientali.
Nel mondo investigativo italiano questa tecnologia è utilizzata da parecchio tempo nonostante la difficoltà a inserirli con precisione nel codice di procedura penale e nei diritti costituzionali soprattutto per la versatilità del suo uso: perquisizione, sequestro, intercettazione di comunicazioni, intercettazione ambientale, ovviamente senza che il soggetto interessato ne venga a conoscenza. Strumenti potenti dunque oltre che molto invasivi e molto difficili da regolamentare per la loro stessa natura. Ad avanzare la proposta di legge il deputato del Gruppo Misto Stefano Quintarelli che in passato aveva criticato l’uso dei trojan nel decreto antiterrorismo.
Della proposta ne hanno discusso per ora in un convegno a porte chiuse organizzato da Italia Decide decine di parlamentari, magistrati, forze dell’ordine, informatici e avvocati.  Per il momento la legge propone di segmentare le funzionalità dei captatori riconducendole come mezzo di ricerca di prove. Secondo questo criterio quindi la ricerca di un file sul pc è da considerarsi come perquisizione, l’acquisizione di materiale digitale è il sequestro e le registrazioni audio e video come intercettazioni.
Le operazioni inoltre sono affidate alla polizia giudiziaria escludendo la possibilità di rivolgersi a società esterne che di solito sono quelle a fornire i captatori che ne gestiscono l’assistenza  non entrando però in contatto con i dati acquisiti.
Le perquisizioni a distanza pone inoltre problemi di compatibilità costituzionale e sono previste per i casi di gravi reati associativi, terrorismo, pedofilia, prostituzione minorile, omicidio, rapina, estorsione, sequestro di persona, ma anche delitti di pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione e delitti informatici.
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