Il testo emendato abbassa il numero dei vaccini obbligatori da 12 a 10, l’Istituto Superiore di Sanità si dichiara favorevole

Nel testo emendato in Commissione Sanità del Senato è prevista la diminuzione dei vaccini obbligatori da 12 a 10. Le 10 vaccinazioni obbligatorie diventano così la anti-poliomielitica, l’anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella.
Secondo le modifiche apportate, verranno invece solo consigliate altre 4 vaccinazioni: l’anti-meningococco B, e l’anti-meningococco C e l’anti-pneumococcica e anti-rotavirus.
Il testo prevede che entro 10 giorni dall’entrata in vigore del decreto, e successivamente ogni sei mesi, il ministero della Salute dovrà fornire indicazioni operative per l’attuazione della misura in base alla quale le Regioni assicurano l’offerta attiva e gratuita delle 4 vaccinazioni consigliate.
L’Istituto Superiore di Sanità ha espresso parere favorevole al nuovo testo che porta i vaccini obbligatori da 12 a 10. Nel documento stilato dall’ISS si legge che il testo “appare pienamente rispondente ad affrontare le problematiche epidemiologiche del paese così come rappresentate dall’Istituto Superiore di Sanità”.
Secondo l’Istituto, inoltre, l’inclusione nell’obbligo per l’accesso a scuola dei 10 vaccini, ovvero i 6 contenuti nella formulazione esavalente (polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse ed emofilo di tipo B) e i quattro del tetravalente (morbillo, parotite, rosolia e varicella), sarebbe giustificata dal carattere di urgenza ed emergenza dettata dal declino delle coperture vaccinali e dalla situazione epidemiologica nazionale come l’epidemia di morbillo.
Per i 4 vaccini raccomandati nell’emendamento, si legge infine nel parere, “si ritiene comunque necessario rafforzare con norma di legge la raccomandazione già contenuta all’interno del piano nazionale vaccini per una offerta attiva e gratuita dei 4 vaccini, data l’urgenza di raggiungere e mantenere elevate coperture vaccinali, anche per far fronte a possibili eventi epidemici come il focolaio regionale di malattia invasiva causata dal meningococco C”.
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