Prevista una raccolta firme a sostegno di proposte di legge volte a equiparare le aggressioni sul lavoro al reato di violenza e minacce a pubblico ufficiale

Più del 65% dei medici ospedalieri è stata vittima di aggressioni sul lavoro, fisiche (33%) o verbali. La percentuale sale all’80% tra i medici del territorio, in particolare le guardie mediche. Sono alcuni dei dati emersi dalle indagini messe in atto dall’Anaao – Assomed e dalle Sigle sindacali della Medicina del Territorio (Fimmg, Smi e Snami). Una situazione divenuta ormai insostenibile con episodi di violenza all’ordine del giorno.

Il problema è stato affrontato nell’ambito del Tavolo Permanente tra la Fnomceo e i Sindacati medici riunito nelle scorse ore a Roma. Nella riunione, in particolare, sono state condivise alcune iniziative di prossima attuazione.

Tra queste l’elaborazione di un questionario volta a monitorare il fenomeno della violenza sugli operatori sanitari e il burnout. Inoltre, sarà avviata una raccolta di firme, a sostegno di proposte di legge volte a equiparare in ogni caso le aggressioni contro gli operatori sanitari al reato di violenza e minacce a pubblico ufficiale, con conseguente procedibilità d’ufficio e aumento delle pene.

Molte sono anche le iniziative messe in campo dagli Ordini provinciali.

A Pordenone, ad esempio, è stato lanciato il sodalizio “Un alpino per amico”, che presto verrà esteso su scala nazionale. Si tratta di una collaborazione che vedrà gli alpini “scortare le guardie mediche per non lasciarle mai sole”.  Non mancano poi le iniziative ‘spot’, che mirano ad accendere l’attenzione sul fenomeno. Tra queste, i fischietti dati dall’Usl in dotazione ai medici dell’ospedale di San Donà di Piave, nel Veneziano.

“Ben venga l’attenzione anche mediatica, ma occorrono interventi strutturali – ha affermato il vicepresidente Fnomceo, Giovanni Leoni. Per il Segretario Roberto Monaco, ad esempio, “alcune sedi di guardia medica sono in condizioni indecorose”. Pertanto “è da lì che bisogna partire, perché il decoro dell’ambiente di lavoro rispecchia il rispetto dovuto al professionista e fa da deterrente alla violenza”.

“Quello che occorre – chiosa il presidente Fnomceo Filippo Anelli – è un cambiamento culturale. Per questo abbiamo avviato gli Stati generali della professione medica e odontoiatrica. Nei prossimi giorni metteremo a disposizione di tutti un testo con cento tesi, che apriranno la discussione”. L’obiettivo è quello di “ridisegnare la figura del medico e la Professione”.

 

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