Almeno 600 manifestanti sono scesi in piazza nel capoluogo toscano per il corteo No Vax convocato dal Comitato per la libertà della scelta vaccinale

Erano circa 600 i manifestanti del corteo No Vax convocato a Firenze, il 27 luglio scorso, dal Comitato per la libertà della scelta vaccinale. L’ennesima manifestazione che vede sul piede di guerra famiglie che si rifiutano di sottostare alla decisione del Ministero della Salute di rendere obbligatori i vaccini per l’iscrizione alle scuole.
I partecipanti sono arrivati dal Mugello, da Prato, Pistoia e dall’Emilia Romagna: tutti uniti per dire no all’obbligatorietà dei vaccini. La manifestazione si è svolta in piazza San Lorenzo è stata convocata dal Comitato per la libertà di scelta vaccinale, che nella nota con la quale ha indetto la manifestazione ha scritto di voler esprimere il proprio dissenso “verso un decreto che comprime fortemente le libertà individuali e confligge con altri diritti garantiti dalla Costituzione, come quello all’istruzione, tenuto conto anche della recente riforma sulla “buona scuola” che riconosce al percorso 0-6 anni una funzione fondamentale nello sviluppo dell’individuo”.
Tra i partecipanti alla manifestazione anche il medico chirurgo Domenico Battaglia di Ferrara. “Sì sono scagliati contro di noi in nome della paura ma tutto questo non ha creato salute – ha dichiarato – non esiste una sola verità, se vi dicono questo dubitate. Non ci si cura solo con la chimica, ci si cura coltivando un rapporto umano con il proprio terapeuta. Non credete al pensiero unico, la medicina non è una scienza esatta”.
Il corteo No Vax ha radunato gruppi di famiglie che hanno ribadito la loro contrarietà rispetto all’obbligo dei vaccini, ma anche la volontà di manifestare “pacificamente” il proprio dissenso. Tra le azioni che verranno messe in campo dal gruppo, vi saranno anche convegni e azioni legali per tutelare quello che, secondo i manifestanti, è il diritto alla libertà di scelta.
Non solo. Tra i partecipanti al corteo No Vax c’è chi parla della creazione di scuole parentali “perché escludendo i nostri bambini da 0 a 6 anni non è in pericolo la socializzazione dei nostri figli, ma il loro corpo” ha dichiarato una manifestante a “Repubblica.it”.
 
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