“Ci preoccupiamo per Riina e non per i nostri anziani”, denuncia la figlia della donna, in barella a causa di un mancato ricovero all’Ospedale San Camillo di Roma

Ha subito un infarto al cervelletto e, da ben 7 giorni, a causa del suo mancato ricovero, si trova su un barella del San Camillo di Roma. È quanto sta succedendo a una donna di novant’anni in uno dei più importanti nosocomi della Capitale. A denunciarlo è la figlia della donna, che ha parlato delle condizioni inumane cui l’anziana donna è costretta a stare nell’ospedale capitolino.
La novantenne è stata portata in codice verde al pronto soccorso del San Camillo, in una delle due sale presenti, e così è rimasta da allora per via del mancato ricovero. Incastrata tra quelle degli altri pazienti, impossibilitata anche solo a girarsi.
“Mi hanno detto tra le righe – ha dichiarato la figlia della donna – che se non si riesce a muovere diventerà una di quelle donne che stanno a letto per il resto della loro vita. Mia madre starà male non per quello che ha avuto, ma per quello che si procurerà stando 7 giorni su una barella, dove non si può girare”.
Una situazione scandalosa questa all’Ospedale San Camillo, e che rischia di peggiorare se il mancato ricovero dovesse proseguire e si presentassero complicazioni. Il timore è che, per la novantenne in barella da giorni, insorgano piaghe da decubito per l’allettamento forzato e per le vesciche all’inguine causate dal pannolone che – per comodità – gli operatori ospedalieri le hanno fatto indossare nonostante si possa muovere in completa indipendenza.
“Ci preoccupiamo di Totò Riina e poi non ci preoccupiamo dei nostri anziani” ha dichiarato la figlia dell’anziana. Sua madre è entrata al San Camillo alle 9 del mattino di giovedì 23 giugno per forti giramenti di testa e nausee. Solo di pomeriggio, alle 17.00, i medici hanno avuto modo di realizzare una tac per scoprire cosa avesse.
E non finisce qui.
“Per avere il responso – spiega la figlia della donna – ho dovuto rincorrere una dottoressa… molto gentile, che però seguiva 50 pazienti da sola”. Dopo la diagnosi di infarto al cervelletto, la donna è stata sistemata di nuovo nella sala più grande del pronto soccorso, accanto ad altre persone in attesa di ricovero.
“Solo oggi siamo riusciti a metterle una maglietta pulita. Un’infermiera gentilissima ci ha portato un paravento e mia madre si è potuta cambiare, ma è rimasta cinque giorni con un body”, spiega la donna.
Trascorse ben 72 in queste condizioni, l’anziana donna è stata spostata in una seconda sala, meno affollata della prima, ma sempre senza privacy.
E non è bastato l’intervento dei Carabinieri accorsi sul posto per verificare le condizioni dei pazienti del pronto soccorso, a modificare la situazione del mancato ricovero.
L’anziana donna, infatti, resta in attesa di un trasferimento – si spera tempestivo – che le dia un letto in un’altra struttura.
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