Il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta ha proposto il riscatto gratuito della laurea per garantire una pensione dignitosa ai giovani

Dal Governo arriva una proposta che, per una volta, pensa davvero ai giovani. L’idea è quella del riscatto gratuito della laurea ed è un progetto al quale, il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, lavora da mesi.
L’ipotesi del riscatto gratuito della laurea, infatti, consentirebbe di garantire ai più giovani una pensione dignitosa, considerate le gravi conseguenze che crisi e disoccupazione attuali avranno sulla possibilità, per i ventenni e i trentenni di oggi, di accumulare un numero sufficiente di contributi necessari a permettergli una vecchiaia serena.
A chiarire più nel dettaglio la proposta del riscatto gratuito della laurea è stato proprio Baretta nel corso di un confronto dei Giovani democratici per l’iniziativa “Facciamolo sapere”, assemblea della rappresentanza studentesca dei Gd.
Il profondo divario e la differenza penalizzante saranno, infatti, tra coloro i quali hanno effettivamente iniziato a lavorare e a versare contributi dopo il 31 dicembre 2015 – e che andranno in pensione con il metodo contributivo – e quanti hanno iniziato prima, beneficiando del metodo retributivo.
La proposta del sottosegretario Baretta consisterebbe nel fiscalizzare il periodo contributivo legato agli studi universitari, facendo quindi valere gli anni universitari a fini pensionistici, soprattutto per quanto riguarda i giovani. La vera differenza della proposta sta nel fatto che non verrebbe richiesto il solito corrispettivo, da sempre molto oneroso e che ha sempre disincentivato i contribuenti a riscattare gli anni universitari.
La proposta del riscatto gratuito della laurea, dunque, permetterebbe di considerare a fini pensionistici gli anni di studio, senza però dover versare i contributi di 5 o 6 anni.
Ma quali sono i requisiti per usufruire di questa agevolazione?
Il primo e fondamentale tra questi è anagrafico: a beneficiare del riscatto gratuito saranno soltanto i nati tra il 1980 e il 2000, la generazione che quando andrà in pensione vedrà calcolato il proprio assegno interamente con il metodo contributivo.
La seconda condizione è che lo Stato verserà i contributi figurativi all’Inps solo per coloro i quali avranno finito gli studi universitari nei tempi stabiliti. Resteranno quindi esclusi tutti i fuoricorso.
Attualmente, le misure da applicare per le quali ci sarà la copertura finanziaria, sono al vaglio del Ministero dell’Economia e di quello del Lavoro.
 
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